Calcio
Nuove stelle uruguayane
I sudamericani hanno conquistato il Mondiale Under 20
Pubblicato il 12.06.2023 12:26
di Giorgio Genetelli
Pasò de todo dentro del’area. L’ultima frase della stagione, ma sì. Quando Rodriguez ha completato il “todo” con il colpo di testa della vittoria sull’Italia si può dire basta e darsi ai bagni. Si è condensato il calcio intero nel mischione di maglie bianche e celesti a cinque minuti dalla fine, un frappé di fine pasto nella coppa del mondiale Under 20. Allo Stadio Maradona di La Plata, uno dei molteplici universi sterrati dedicati all’Eterno, la Celeste ha acceso una delle sue tante stelle, in rappresentanza di un Paese con meno di quattro milioni di abitanti e un miliardo di palle, vere e metaforiche, di pezza e di cuoio, di stracci e di kevlar. Perfino il mio amico Meo, quando riapre l’album Panini dei Mondiali in Qatar, il suo dito innocente si ferma sulle due pagine della nazionale charrua, come se un incanto ne muovesse l’inconsapevole ammirazione per un popolo che fronteggia la sorellona Argentina con amicizia e fierezza. Forse davvero andrebbe proibito il calcio a chi ha più di vent’anni e si costruisce sovrastrutture che cancellano dribbling e visioni. Ma purtroppo non è così, il mondo intero è in mano ai vecchi che cercano di salvarsi prima della morte e di mangiare tutto senza lasciti. È chiaro a chiunque che senza la corruzione tattica e coloniale di noi europei del calcio, quelli che chiamiamo sub-continenti (e come tali li trattiamo) ci schiantano con il coraggio l’altruismo e la fantasia. Finire l’anno in questo modo, seppure per interposta voglia, è una bellezza. L’uruguayano Rodriguez di nome fa Luciano, come mio zio che a cinquant’anni offriva ancora finte di corpo che noi prossimi al Duemila ancora non capivamo, finendo da una parte e lui con la palla dall’altra.  In Uruguay esistono ancora tipi così, come mio zio. E vincono. Pasò de todo dentro del’area.