Tennis
Il tennis è in crisi
L'aspetto fisico prevale su quello tecnico
Pubblicato il 13.06.2023 06:00
di Anais Cornolti
Il tennis è noioso. Dopo la triade: Federer, Nadal e Djokovic che assicuravano una certa varietà di gioco, avendo personalità e caratteristiche diverse sembra che con loro, la magia e la meraviglia del tennis siano scomparse. Oggi ci si trova in una sorta di limbo della noia. Dove chi riesce ad imporsi deve essere dotato di una grande battuta. Dove si deve rispondere mettendosi tre metri dietro la linea di fondo campo, seguono, poi, scambi lunghissimi e potenti. Un gioco che dà l’impressione di premiare maggiormente la buona tenuta atletica. È la forza fisica che ha preso il posto della creatività, lo scambio a rete è una rarità. I colpi che hanno reso celebre in tutto il mondo il talento sublime di Federer, rimangono solo nella memoria. Un tennista che amava giocare ‘’al volo’’ e attaccare a rete. Con un tattica che variava e che spezzava, finalmente, quella dei giocatori di potenza. Le partite sono costellate di fendenti potenti e lunghi. Lo schema è: sfinire l’avversario. Il tennis moderno sembra avere fatto un passo indietro, questa modalità di gioco ha ovviamente delle ripercussioni, il pubblico si ritrova a guardare partite noiose e prevedibili improntate su un’unica caratteristica: la resistenza a oltranza. Siamo stati abituati a dei fenomeni che hanno dominato per anni, con un'attitudine che non è mai stata banale. Ma è il passato. Bisogna concentrarsi sul tennis del futuro che vede tre giovani del circuito particolarmente promettenti. Sono spesso etichettati come la nuova e futura triade: Alcaraz, Sinner e Rune. Per il momento, però, l’unico a primeggiare per davvero è il tennista di Murcia. Il circuito di tennis vede anche giocatori come Medvedev e Tsitsipas che non riescono ad imporsi con continuità, specie il greco, d'altronde i risultati parlano chiaro. Non a caso sono stati spesso definiti quelli della generazione sfortunata, quando i Big Three erano presenti e non lasciavano nulla agli avversari. Forse è proprio per questo che la vittoria di Muchovà ai danni di Sabalenka ha stupito così tanto, perché si è ammirato  un tennis fantasioso e creativo a discapito di quello puntato sul vigore di ogni singolo colpo. Dimostrando ancora una volta che l’energia brutale e una potenza esagerata non sono tutto. E sì, si può vincere anche utilizzando altre capacità, perché il tennis è un mix di potenza fisica, abilità tecniche, tattiche e una notevole forza mentale.