CALCIO
"Fanno bene a darmi del cretino"
Christian Constantin parla della retrocessione del suo Sion, di arbitri e di... Balotelli
Pubblicato il 14.06.2023 04:57
di Red.
Parte per la vacanza in Indonesia dove spera di rilassarsi un po’, ma prima rilascia un’ultima intervista a L’Illustré. Christian Constantin è un presidente triste, il suo Sion è retrocesso in Challenge League e adesso il futuro è pieno di interrogativi.  
Da uomo di sport comincia con le congratulazioni allo Stade Losanna: "Hanno meritato di vincere".
Il momento di buonismo finisce subito. Poi nel mirino finiscono arbitri e Balotelli.
Si dice che fortuna e sfortuna nelle decisioni arbitrali e negli interventi del VAR di solito si bilanciano durante una stagione, ma molti addetti ai lavori, anche neutrali, hanno notato che quest'anno i vallesani sono stati piuttosto sfortunati da questo punto di vista.
Constantin però non credo che si tratti soltanto di sfortuna, ma piuttosto di attacchi mirati al suo Sion. Porterà la questione in tribunale chiedendo alla Lega un risarcimento tra 20 e 25 milioni di franchi svizzeri. Per gli errori arbitrali e per la licenza ingiustamente concessa al promosso Yverdon. "Questa somma corrisponde all'incirca al budget della scorsa stagione".
Si passa a parlare che dei suoi presenti errori: "Quando si gestisce una grande nave come un club di calcio professionistico, non sempre si fa tutto bene. Ma non credo che i miei errori abbiano avuto il peso della retrocessione. C'erano i problemi che ho menzionato, più un sacco di sfortuna".
C’è anche il capitolo Balotelli che fa arrabbiare Constantin. "Mario non ci ha restituito la fiducia accordatagli, né ci ha ricompensato per il grande sforzo che abbiamo fatto. Il ragazzo pensa che le regole che tengono in piedi un collettivo siano fatte soprattutto per gli altri. Se i suoi consiglieri gli troveranno un paese in cui il denaro non vale quanto qui, potrebbe presto tornare a giocare. Ma forse non lo farà, e potrebbe anche essere meglio".
In generale, Constantin pensa non ha grande considerazione della nuova generazione di giocatori: "È cambiato tutto. Soprattutto la mentalità dei giocatori. Per loro il palmarès, l'onore e l'orgoglio di indossare la maglia di un club non hanno più lo stesso significato. Che si vinca o si perda, ciò che conta sono i loro account sui social media ed essere veloci nell'organizzare le loro vacanze”.
La retrocessione non è per forza un male: anzi, potrebbe consentirgli di avvicinarsi lentamente alla fine, perché ha comunque intenzione di lasciare il calcio professionistico tra un anno. Traspare in lui una certa stanchezza, anche quando si tratta di critiche a se stesso. "Non è mai divertente essere criticati. Soprattutto quando hai investito più energie e denaro dei tuoi avversari per poter raggiungere lo stesso livello. Allora mi dico: perché sto dando spettacolo a persone che non ti portano altro che migliaia di franchi di multe e notti insonni per il disturbo? E poi ti criticano mentre se la prendono con i poliziotti. Devo dargliene atto: quando mi chiamano "crétin des alpes ", hanno ragione. Bisogna essere proprio degli idioti per arrivare a tanto e spendere tanto denaro come ho fatto io. Questa è stata la mia vita per 25 anni e non ho rimpianti. L'unica cosa che voglio ricordare è che ci sono stati solo due presidenti che hanno fatto la storia del FC Sion: Il signor Luisier e io. E questo è tutto".
Il futuro del club non sembra comunque essere in discussione: ci sono investitori pronti a raccoglierne l’eredità, a patto che Constantin si ritiri. Una possibilità a questo punto decisamente realistica.