Dopo i veleni di gara 3 e la squalifica dell’allenatore Gubitosa, con l’assenza di Isiah Williams, i massagnesi sono scesi in campo a Friburgo decisi a forzare gara 5, ritrovando il vantaggio del campo e giocarsi tutto a Massagno. Era questa la speranza dei luganesi che non hanno però fatto i conti con un Olympic che anche ieri sera ha dimostrato di essere una grande squadra.
Con Totò Cabibbo alla guida, i ticinesi hanno dominato la prima metà della partita, dove tutto sembrava funzionare alla perfezione, tanto da condurre anche di 15 punti. Grande difesa, disciplina in attacco, nessun contropiede concesso! Da non crederci. Massagno sembrava in pieno controllo. Ma purtroppo è stata soltanto un'illusione.
A inizio del 3.quarto qualcosa si è inceppato, e come si dice in questi casi, si è spenta la luce, permettendo al Friburgo di riequilibrare lo score in soli cinque minuti. Ma cos'è successo? Difficile dare una risposta: forse bisognava cercare di interrompere la rimonta chiedendo un timeout e non lasciare che si completasse senza una reazione. O più semplicemente nella prima parte il Massagno ha compiuto un immenso sforzo mentale per fare delle cose in attacco e in difesa che all’ultima partita della stagione non erano ancora automatizzate, e al primo momento il piano gara è letteralmente andato in frantumi.
Guardando la serie è statai ticinesi possono mangiarsi le mani per gara 1, dove non sono praticamente scesi in campo, concedendosi ai friborghesi. Una cosa difficile da spiegare. Massagno aveva un roster di gran lusso, costruito per dominare, con un talento infinito in tutti i giocatori, ma che poteva e doveva essere gestito in modo decisamente migliore. A immagine di Roberto Kovac allontanato e finito proprio al Friburgo, dove ha spostato gli equilibri ed è risultato putroppo decisivo.
A margine una nota di merito per il giovane ticinese Yuri Solcà, in foza all'Olympic, che messo in campo a freddo da coach Aleksic ha dato il là all’allungo decisivo di gara 4 mettendo a segno due bombe decisive nel momento più caldo e intenso del match.
Per Massagno una sconfitta che brucia, anche perché questo sembrava l'anno buono. Vedremo se ci sarà ancora l'occasione per riprovarci.
Con Totò Cabibbo alla guida, i ticinesi hanno dominato la prima metà della partita, dove tutto sembrava funzionare alla perfezione, tanto da condurre anche di 15 punti. Grande difesa, disciplina in attacco, nessun contropiede concesso! Da non crederci. Massagno sembrava in pieno controllo. Ma purtroppo è stata soltanto un'illusione.
A inizio del 3.quarto qualcosa si è inceppato, e come si dice in questi casi, si è spenta la luce, permettendo al Friburgo di riequilibrare lo score in soli cinque minuti. Ma cos'è successo? Difficile dare una risposta: forse bisognava cercare di interrompere la rimonta chiedendo un timeout e non lasciare che si completasse senza una reazione. O più semplicemente nella prima parte il Massagno ha compiuto un immenso sforzo mentale per fare delle cose in attacco e in difesa che all’ultima partita della stagione non erano ancora automatizzate, e al primo momento il piano gara è letteralmente andato in frantumi.
Guardando la serie è statai ticinesi possono mangiarsi le mani per gara 1, dove non sono praticamente scesi in campo, concedendosi ai friborghesi. Una cosa difficile da spiegare. Massagno aveva un roster di gran lusso, costruito per dominare, con un talento infinito in tutti i giocatori, ma che poteva e doveva essere gestito in modo decisamente migliore. A immagine di Roberto Kovac allontanato e finito proprio al Friburgo, dove ha spostato gli equilibri ed è risultato putroppo decisivo.
A margine una nota di merito per il giovane ticinese Yuri Solcà, in foza all'Olympic, che messo in campo a freddo da coach Aleksic ha dato il là all’allungo decisivo di gara 4 mettendo a segno due bombe decisive nel momento più caldo e intenso del match.
Per Massagno una sconfitta che brucia, anche perché questo sembrava l'anno buono. Vedremo se ci sarà ancora l'occasione per riprovarci.