È
la società dello spettacolo, avanza spedita. L’ultimo esempio è
stato lo show proposto durante la finale di Champions. Caratterizzato
da cantanti, dj internazionali e da coreografie spettacolari.
Insomma, chi si fosse sintonizzato in quel momento sulla finale,
avrebbe pensato di assistere al cerimoniale proposto ogni anno
durante il Super Bowl. Quello visto allo Stadio Olimpico Atatürk è
semplicemente la rappresentazione del concetto di intrattenimento
sportivo americano, ricco di esibizioni e tanto marketing. Ciò che
lo distingue dal nostro è proprio quello di voler trasformare il
tutto in qualcosa di speciale e unico. Con l’obiettivo di fornire
ai tifosi e spettatori un pacchetto di divertimento completo, con il
costante dubbio di essere un po’ a un concerto e un po’ a una
finale del
torneo di club più prestigioso nel calcio europeo. Probabilmente
dovremmo abituarci presto a questo modo di concepire gli avvenimenti sportivi,
molto lontano dal nostro. Rimane la sensazione che lo sport, in
fondo, sembrerebbe essere messo in secondo piano. Se una volta il
calcio era un mondo fuori dal dominio americano, da qualche anno
sembra proprio che qualcosa sia mutato definitivamente. Da tempo i calciatori che
hanno fatto la storia nei campionati europei finiscono la loro
carriera oltreoceano. L’ultimo in ordine di tempo è il campione
del mondo Messi. Ciò che emerge davvero è come la cultura della
manifestazione sportiva americana si stia facendo largo anche in
Europa e sia destinata a prendere il sopravvento. Certo, sono state
espresse delle critiche, fatte da coloro che si rifanno alla
tradizione. E vorrebbero che fosse rispettata. Ma i cambiamenti
culturali, le nuove tendenze e le esigenze del mercato stanno
plasmando da tempo lo sport, proprio sotto i nostri occhi. E come
tutte le cose nuove, inizialmente si fa fatica ad accettarle. Ma la
strada intrapresa non consente marce indietro. Anzi!
Calcio
Prima lo spettacolo e poi il calcio
È il modello americano, dove si privilegia l'intrattenimento