CALCIO
"Tante candidature, ma Chieffo è quello giusto"
Pablito Bentancur è convinto che si tratti di una scelta mirata e fortunata
Pubblicato il 20.06.2023 08:26
di Enrico Lafranchi
Qualcosa nell'ACB è cambiato. O meglio, sta cambiando. Adesso che ne è stata rinnovata mezza squadra, al momento con elementi logicamente non collaudati (tre sedute tra lunedì e oggi), in attesa che sia rafforzata con tre-quattro acquisti eccellenti (con i soli giovani non si va da nessuna parte, sta scritto da qualche parte) ci auguriamo che si inizi e vada avanti senza più quell’infilata di accuse alla proprietà. Parliamo allora di quello che sarà il Bellinzona 2023-24. C’è da sperare con tanti spettatori allo stadio (è da calcolare un pubblico medio di 2000 persone) a seguire una squadra che ‘senta’ veramente la maglia che i suoi attori portano. I giocatori, appunto. Diversi non si sono visti in questi primi giorni (una decina di assenze), ma non è detto che siano tutti in partenza. I tifosi, i ‘fedelissimi’ che seguono ogni giorno gli allenamenti, li abbiamo notati affaccendati a scoprire chi c’era in campo e chi no (da Cortelezzi a Pollero, da Mihajlovic a Souza, da Berardi - che ha chiuso con il calcio giocato - a Chacon - Thomas è tornato in Ticino nel pomeriggio, un bel segnale, da Curic a Doldur, Peres, Kiassumbua…). Sperano, i tifosi, in qualche recupero ‘eccellente’, pensiamo a Dragan, un nome che è loro caro. Sì, speriamo anche noi in una conferma del già capitano.
La forza di una squadra sta nel centrocampo, è una teoria largamente condivisa. Il punto debole dei granata l’anno scorso è proprio stato questo reparto. C’è però bisogno anche di una punta (se non due) di sfondamento, qualcuno che sappia metterla dentro. Inutile proseguire con quei giocatori che per quanto hanno dimostrato nella seconda parte della stagione (erano rientrati dalla pausa invernale, appesantiti nel fisico,) sono venuti meno al loro ruolo di attaccanti votati al gol (lasciamo perdere nomi e numero di reti). In fondo questi sono però solo “dettagli” (comunque importanti). Sarà prima di tutto necessario ricreare un clima ideale nello spogliatoio (dalle voci che correvano non è sempre stato così), ridare fiducia a quei giocatori come Mihajlovic che sembravano averla persa, la fiducia, in fine di stagione - cosa normale dopo avere incassato certe ingloriose goleade. Dovrà essere la grinta, l’attaccamento alla maglia a vincere quest’anno (parola di Pablito). A lanciare un modello di squadra perfetto ci dovrà, beninteso, pensare il nuovo tecnico Sandro Chieffo.
Pablito, possiamo dire di un Bellinzona che ha cambiato completamente volto? 
“Sì, ma non molto rispetto alle ultime volte”.
Diversi giocatori non ci sono più:
“Per ora no, però con alcuni di loro stiamo trattando affinché restino. Siamo comunque in trattative anche con tanti calciatori nuovi”.
Avete optato per un formatore, la vostra politica non cambia. Vedremo un Bellinzona ancora più giovane? 
“Senza dubbio, è su questa linea che il mister vuole lavorare. È questo il punto determinante che ci ha portati a lui”.
Una scelta mirata? 
“Abbiamo fatto una bella ricerca con diversi partner che ci hanno dato una mano su tutto il territorio calcistico svizzero. L’opzione Chieffo ci è subito balzata agli occhi, ci è parsa la migliore. È stata una fortuna che l’abbiamo chiusa positivamente. Sono molto ottimista sul lavoro che Sandro farà col Bellinzona”.
Avete ricevuto, da quanto si sente dire, un fiume di candidature. Anche da parte di allenatori più affermati, più ‘esperti’?
“C’era di tutto, tantissime offerte sì”.
Significa che la panchina dell’ACB è sempre molto appetibile: 
“Sicuramente, ma non ho dubbi che per la società quella che abbiamo effettuato sia una scelta azzeccata al… mille per mille!”.
L’anno scorso siete partiti estremamente ambiziosi, quest’anno sarete più… moderati?
“Beh, vogliamo dare il massimo anche quest’anno: vincere ogni partita, lavorare da professionisti dando piena responsabilità della squadra al mister”.
Le va bene se parliamo dei tifosi nel senso che sarebbe importante ricucire lo ‘strappo’ che si è verificato con la ‘frangia’ più giovane? 
“Siamo anche noi di questa idea, restiamo aperti al dialogo con tutti. Credo che la cosa più importante per portare un pubblico più numeroso allo stadio siano i risultati sul campo (che purtroppo l’anno scorso sono stati troppo altalenanti, ndr)”.
Un’apertura, dunque, ampia: 
“Certo, soprattutto da parte mia. Vorrei vedere una piazza unita, non mi piacciono gli ‘scontri’ tra di noi. Penso che siamo tutti tifosi del Bellinzona, è importante restare compatti dentro lo stadio e anche fuori”. 
Ci viene voglia di mettere come titolo a questa intervista “Tutti insieme appassionatamente”, famoso musical della Disney Productions premiato con 5 Oscar. Pablito sarebbe sicuramente felice di consegnarne uno, di Oscar, ai Boys granata.