CALCIO
"Yakin va bene, ma serve dell'altro..."
Régis Rothenbühler torna sul pareggio di ieri e analizza la situazione in casa rossocrociata
Pubblicato il 20.06.2023 16:41
di L.S.
Alla vigilia di Svizzera-Romania aveva parlato di mentalità e di leadership. Il successo risicato ad Andorra aveva in effetti sollevato qualche perplessità attorno alla nostra nazionale.
Dubbi che si sono materializzati ieri sera dopo il pareggio che ha dell’incredibile contro la Romania.
Régis Rothenbühler (qui in una foto d'archivio di qualche anno fa), ex nazionale e attualmente impiegato nella Federazione con i talenti (anche in Ticino), torna su quello che aveva già detto qualche mese fa, dopo la netta eliminazione subita contro il Portogallo.
“Già in quell’occasione avevo parlato dello staff tecnico della Nazionale e dopo qualche mese sono qui a ribadire gli stessi concetti. Continuo a pensare che Yakin sia un ottimo allenatore per la nostra squadra e che Cavin sia un perfetto match-analyst: detto questo resto convinto che a questo staff manchi un assistente allenatore capace di dialogare maggiormente con Yakin e che possa supportarlo durante la partita”.
Insomma, uno con più esperienza di Cavin?
“Io non discuto le competenze di Cavin, che è sicuramente bravissimo nel suo lavoro, ma discuto il suo ruolo: credo che come assistente, Yakin avrebbe bisogno di un altro tipo di profilo”.
Si riferisce ai cambi nel finale di partita di ieri?
“No, non per forza. Io faccio un discorso generale, poi è chiaro che ieri sera qualcosa non è andato per il verso giusto”.
Stupito da quei cambi?
“A volte quando la situazione lo impone bisogna modificare alcune scelte che si erano pensate. Non so perché sia entrato Schär, però è chiaro che alla fine quella decisione non ha portato a nulla di buono. Inserire un difensore per tenere il risultato poteva anche essere una buona idea, ma in quel caso sarebbe forse stato meglio passare a una difesa a tre. A volte la logica è importante: se ci fossimo messi più dietro non credo che i romeni avrebbero avuto le occasioni per farci del male”.
Si parla sempre di mentalità, di qualcosa che manca alla nostra nazionale.
“È normale quando si vede questo tipo di partite. Il discorso è sempre legato alla leadership, a quei giocatori che in certi momenti dovrebbero fare la differenza e prendere per mano la squadra. Ieri sera, per esempio, ho visto molto bene Shaqiri, un vero leader offensivo, mentre mi aspettavo qualcosa di più da Xhaka, che forse sta vivendo un momento particolare con il cambiamento di squadra”.
Abbiamo scoperto un grande attaccante come Amdouni:
“Lo conosco bene, è passato per i nostri centri di formazione. È un ragazzo rapido, che vede la porta e che ha molta voglia di migliorare. Sono felice per quello che sta facendo”.
Qualche critica invece è piovuta addosso a Sommer:
“Non è facile quando ti arrivano così pochi tiri. È vero che sul secondo gol forse avrebbe potuto fare un passo avanti e chiudere l’angolo di tiro. Ma non sono un grande esperto di portieri e continuo a credere che Yann sia un ottimo interprete di questo ruolo”.
Qualificazione in pericolo a questo punto?
“No, la Svizzera è sempre al primo posto e ha dimostrato di essere superiore agli avversari. Sono convinto che ci qualificheremo. Ma per il futuro dovremo dimostrare di essere più continui e evitare quei pericolosissimi cali di tensione che poi ci portano a perdere punti importanti”.