Sono
lontani i tempi di Stan Smith, John McEnroe, Andre
Agassi e Pete Sampras. Solo per citarne alcuni. Dopo di
loro il tennis americano, preoccupato di non avere più talenti da
mostrare agli occhi del mondo, creò un programma nazionale specifico
per trovare nuovi campioni. Infatti, si mise in luce in particolar
modo Andy Roddick, vincitore degli US Open del 2003. Ma poi
nessun tennista statunitense del circuito maschile è riuscito a
imporsi nel torneo di casa e soprattutto a conquistare il titolo
di numero uno. Emblematica la confessione di Mardy Fish che in
un documentario confessò di quanto fossero alte le aspettative su di
lui, dopo i grandi successi del suo amico connazionale. La pressione
di una nazione intera lo fece crollare. Il lungo letargo sembra
finito, la scuola americana sembra aver invertito la rotta. Un
esempio è il giovane Frances Tiafoe, fresco di vittoria del
torneo Atp di Stoccarda. Affermazione che gli ha consentito di
ottenere un posto nella top dieci del ranking. Oltre a lui ci sono
altri tennisti promettenti come Taylor Fritz, ottavo al mondo.
Entrambi sono considerati come coloro che potranno portare di nuovo
in alto la bandiera a stelle e strisce. Il ritorno degli statunitensi
è importante per aumentare la popolarità e il livello della
disciplina, in una nazione dove prevalgono prettamente altri sport.
Nonostante ciò, rimane uno degli sport individuali più seguito.
Basti pensare a quanti tornei si svolgono nei vari Stati degli Stati
Uniti d’America. Sono molte le risorse spese sia sul piano
organizzativo degli eventi, che sui giovani talenti di domani, allo
scopo di cercare di colmare il gap con gli avversari europei, che,
ormai, da anni dominano il circuito. Un ruolo chiave lo possono
giocare le accademie d'oltreoceano, che sono in grado di offrire il
meglio. Programmi che attirano non a caso anche tennisti stranieri.
Gli investimenti non mancano e continueranno a costituire un peso
significativo. E sarà un bene per il movimento americano ma non
solo.
Tennis
Il ritorno dei tennisti americani
Il lungo letargo degli statunitensi sembra finito