CALCIO
Bellinzona, sarà anche una questione di testa
Persona simpatica e cordiale, Chieffo intende portare una nuova mentalità e un nuovo gioco in squadra
Pubblicato il 23.06.2023 07:28
di Enrico Lafranchi
Tanta grinta e voglia di fare. Sandro Chieffo è felice di allenare il Bellinzona. È un allenatore giovane e ambizioso. Come ambizioso è il progetto dei Bentancur. È qui da pochi giorni, ma ha già fatto le sue valutazioni. Stupisce la sua carica, è convinto che con il Bellinzona potrà fare bene. Anzi, molto bene.
Mister si è già fatto qualche idea? 
“La squadra sta lavorando fortissimo, sono molto contento. Man mano cercheremo di portare in campo le mie idee, a cominciare dalla partita di sabato col Thun. Grinta e voglia non ci mancano di sicuro, sono veramente soddisfatto”.
Lavora con una squadra ancora… ‘incompiuta’:
“Sì, penso che succederà ancora qualcosa, al momento mi concentro sui giocatori che ho a disposizione (per inciso diciamo che Tommaso Centinaro si allena con i granata mentre Dragan Mihajlovic, ancora non si è visto, ndr)”.
Che modulo applicherà? 
“Il mio preferito è un 4-3-3 offensivo, un calcio molto dinamico in verticale (pressing, contro pressing). Sceglierò naturalmente il sistema in base ai giocatori che avrò a disposizione”.
L’anno scorso è venuto a mancare l’impulso a livello offensivo, c’è bisogno di un attaccante combattente, un centravanti all’antica… 
Sorride. “Ha ragione, non c’è a questo mondo un mister che dica di no a un bomber da 20 reti… Per ora ho Trésor Samba, speriamo comunque di trovarlo un attaccante con l’istinto del gol…”.
Lei è un allenatore-formatore o viceversa?
“La verità è che mi piace tantissimo il lavoro di formare i giovani ma allo stesso tempo allenare e vincere le partite. È importante che ci sia un buon equilibrio, abbiamo una squadra giovane, cercheremo di ‘sviluppare’ i ragazzi e portarli ai risultati insieme ai meno giovani”.
Si dice sempre che con i giovani non si va da nessuna parte: 
“Con i soli giovani è difficile, vero, perché viene a mancare quell’esperienza che a questi livelli serve. Però se sono bravi sono bravi, non vedo il problema anche perché davanti hanno l’esempio di altri giovani che si sono affermati anche ad alti livelli”.
L’ultima stagione di Challenge League è stata classificata, a torto o a ragione ha un’importanza relativa, la più dura da anni. Sarà così anche il campionato che va a cominciare in luglio? 
“Sicuramente la Challenge è un campionato molto fisico, lo sarà anche il prossimo, non ci sono dubbi (Bellinzona-Wil si gioca domenica 23 luglio con inizio alle 14.15). Stiamo lavorando duramente per giocarci le partite e vincerle!”.
L’anno scorso per ‘giustificare’ (facciamo per dire…) certe ‘scoppole’, e più in generale quasi tutte le sconfitte, è stata tirata in ballo, un po’ da tutti gli allenatori e dagli stessi giocatori, la fragilità del mentale. Che importanza ha per lei questo ‘aspetto’? 
“Il fatto mentale è la base per avere successo, dunque è un aspetto fondamentale. Devi andare in campo con la voglia di fare bene, di lottare e soffrire, di vincere. Non è una questione di tattica o tecnica, bensì di testa. Sono un allenatore che pretende questo atteggiamento da tutti i miei giocatori (dunque stop al solito refrain, ci siamo capiti, ndr)”.
Anche la condizione atletica aveva lasciato a desiderare: 
“È importantissima, come ho appena detto voglio un calcio dinamico, effervescente. Se non sei a posto fisicamente non ce la fai di sicuro (è utile ricordare che la preparazione fisica è andata di male in peggio, in gennaio più di un giocatore aveva messo su pancia, non si correva più, si camminava…, ndr)”.
Si è portato dietro il suo staff? 
“No no, mi sono fidato degli uomini che stanno qua (ride). Conosco Cocimano già da tempo. È una grandissima persona che ammiro e rispetto, sono veramente contento di poter lavorare con Nando. Abbiamo stabilito subito un’eccellente collaborazione”.
La questione portieri? 
“Partiamo con Muci (Abazi come secondo), vediamo se ne arriva un altro. C’è bisogno anche qui di un gran lavoro, mi rallegro di avere in Lorenzo Colombo un fantastico allenatore, anche lui un bravissimo collaboratore. Sono sicuro che quando partirà il campionato avremo in porta il portiere giusto”.
Ha detto che è entusiasta dell’ambiente, anche di Bellinzona e della sua gente?
“Sono cresciuto in una grande città come Zurigo, mi piace molto la natura. Appena arrivato alla stazione, vedendo questo bel panorama (ah com’era verde la mia valle…, ndr) Bellinzona mi è subito entrata nel cuore... Aggiungerò che sono stato accolto benissimo, Pablo e Pablito mi hanno trattato in modo molto professionale. Ci siamo incontrati due volte, entrambi gli appuntamenti sono stati molto positivi al punto che mi hanno portato alla firma del contratto. Restiamo costantemente in contatto, anche questa è una bella cosa”.
Siamo per davvero all’ultima domanda, anzi no… Sandro, che cosa l’ha convinta in particolare a firmare? 
“Soprattutto il progetto dei giovani e il fatto di voler proporre a Bellinzona un altro calcio. Sono il profilo che Pablito e Pablo cercavano, per me si tratta anche di una formidabile chance come allenatore. Ho fatto quattro partite in Super League (sulla panca del Lucerna, ndr), è una ghiotta opportunità, quella che mi è stata data. Chiamiamola pure una ‘sfida’…”.
Da come si esprime penso che si tratti per davvero di una sfida esaltante per lei: 
“Lavoro giorno dopo giorno, do il mio massimo. Per avere i risultati ci vuole un po’ di pazienza, è naturale. Voglio portare una mentalità nuova in questa squadra, servirà un po’ di tempo. Ma sono molto positivo, penso che faremo una bella stagione”. 
Sandro Chieffo è una persona positiva, entusiasta, aperta, che ama dialogare. Anche con i giornalisti. La comunicazione è molto importante, ma la cordialità è ancora qualcosa di più. È questo il suo merito. Un gran merito se pensiamo all’arroganza di qualche allenatore d’inizio Millennio che qui al Comunale andava fuori di testa proprio con noi giornalisti. 
Gli auguriamo buona fortuna.