CALCIO
"Senza Renzetti non sarebbe stato possibile"
Il presidente del Locarno Mauro Cavalli commenta il salto in Seconda Interregionale
Pubblicato il 26.06.2023 08:56
di Carlo Scolozzi
Un presidente sornione e felice, dietro quella barba da capitan Barbanera di Tex Willer. Questo è Mauro Cavalli, che da sabato è ormai un massimo dirigente di Seconda Interregionale. Sensazioni, emozioni, progetti: c'è tutto in questa intervista al numero uno delle bianche casacche. 
Un passo indietro: la gara speciale di sabato.
"La promozione è arrivata con un 2-2 che definirei abbastanza agevole. A dir la verità ho trovato l'Iliria meno pimpante che all'andata, meno fresco, meno preciso e più annebbiato. Quando poi ci siamo portati sul 2-0 in nostro favore alla mezz'ora, beh avrebbe dovuto segnarci addirittura sei gol... Quindi il nostro rilassamento è stato comprensibile: i solettesi hanno così cercato di recuperare e omaggiare con cambi e standing ovation quei loro giocatori al passo d'addio. Sembrava inoltre che volessero tenere il pari e non ci hanno infatti creato grattacapi. Alla fine è stata una bella festa per tutti".
Come si reagisce a una promozione così bella?
"Una soddisfazione simile ti fa produrre sul momento delle endorfine. Subito dopo, però, ti rendi conto che devi immediatamente ripartire per una stagione ancora più impegnativa. È un gioco perverso, lo ammetto. E riguarda chi deve dirigere una società di calcio. C'è un impegno continuo, non ci fermiamo mai. Sono contento, ci mancherebbe, ma penso già al secondo step, che è vincere il campionato di Seconda Interregionale. Le buone intenzioni ci sono, andranno poi verificate sul campo".
È il salto di categoria più bello dei vostri quattro?
"No, perché? È stata piacevole anche la promozione dalla Quinta Lega, ad esempio, quando eravamo cioè alle prime armi. Ogni vittoria di torneo ha i suoi aspetti caratteristici. Questa, per dire, è un punto di partenza e non di arrivo. Ogni successo è come un figlio della società e ogni figlio ha le sue particolarità. Tutte le promozioni sono state frutto di soddisfazioni perché nate dalle fatiche di allenatore, giocatori e comitato. La più bella sarà la prossima, avversari permettendo".
Se questo Locarno fosse un animale? Lo chiediamo al Mauro Cavalli veterinario.
"Beh, direi proprio un pardo, ma io più che leopardo lo vorrei ghepardo, un felino insomma più agile e veloce, che corre a 100 chilometri all'ora in linea retta. Ma vorrei anche un Locarno cane, con giocatori e tifosi fedeli, o un Locarno equino, quindi un animale nobile. O ancora un Locarno vacca, nel senso che produce bel gioco invece di latte. La mia squadra può di conseguenza assomigliare a tanti animali. Poi non devi fare questa domanda a un veterinario, perché potrei proseguire per ore...".  
Il ruolo di Mister Remy Frigomosca?
"Quello dell'allenatore vincente, che ha potuto realizzare i progetti societari. La sua figura è stata semplicemente fondamentale, per perseguire gli obiettivi stabiliti a inizio stagione".
A chi va dedicata questa promozione? All'ex presidente Sergio De Bernardi, scomparso?
"Il Covid ci ha fatti entrare nel cono d'ombra della Lombardia e ha messo a dura prova la società ticinese. DeBe ci ha purtroppo lasciati e gli dedichiamo il raggiungimento di questo traguardo. Ma non rivolgiamo un pensiero solo a lui, bensì anche alla Città, che ci dà tanto senza chiedere, è molto generosa. In generale diciamo grazie a tutti quelli che hanno investito un minuto del loro tempo per il Locarno". 
Quando avete capito di potercela fare?
"Non avevamo la sensazione di trovarci su un automezzo impazzito, senza sapere dove andare. Quindi, dopo avere finito bene l'andata e cominciato ancora meglio il girone di ritorno del campionato di Seconda Lega, abbiamo pensato che potesse essere l'anno giusto. C'era comunque l'incognita dello spareggio. I giocatori hanno sempre avuto dei buoni presentimenti, io li percepivo scambiandoli per sicumera e così mi incavolavo come una iena. Ma era solo con sapevolezza dei propri mezzi". 
Vi ha dato una mano anche l'ex presidente del Lugano Renzetti.
"Senza Angelo tutto questo non sarebbe potuto accadere. Se era presente a Soletta? No, non c'era, mi ha spiegato che aveva già intrapreso tante trasferte e che lasciava quindi a me l'incombenza di soffrire. Ho comunque fatto un buon viaggio in macchina. Angelo lo tenevamo informato via telefono. Se resta? Spero proprio di sì. Bisognerebbe chiederlo a lui, ma per quello che so ha il Locarno nel cuore!".