EX ROSSOBLÙ
"La vera delusione è l'Inter, non la Juventus"
L'ex Chiasso Ernestino Ramella commenta il fallimento delle italiane negli ottavi di Champions League, con una chiave di lettura interessante
Pubblicato il 18.03.2021 14:45
di Carlo Scolozzi
Ernestino Ramella, ex Mister del Chiasso nel 2013-2014 ("un'esperienza non positiva che mi ha lasciato degli insegnamenti") non allena ormai da due anni (Pavia in Serie D) però in quanto tecnico grintoso e personaggio mai banale, è l'interlocutore ideale per commentare le recenti sfortune delle italiane in Champions League.
Mister, non c'è nessuna italiana ai quarti.
"Non è il primo anno che accade, è sinonimo di problemi con le partite secche. Colpa della superficialità? Non direi. Gli episodi comunque possono cambiare il risultato. La Juventus ha pagato una barriera impostata male, chi avrebbe pensato ad un errore simili dei bianconeri? La squadra di Pirlo può avere sottovaluto il Porto, però la vera delusione di Champions è l'Inter, uscita ai gironi la scorsa stagione col Barcellona B e in questa edizione col Borussia Mönchengladbach".
Dalla Vecchia Signora alla Lazio: la squadra di Simone Inzaghi non poteva proprio fare di più?
"No, non aveva possibilità, a meno di un miracolo. Ha affrontato un Bayern che difensivamente sembra una squadra italiana e offensivamente una inglese. I bavaresi arriveranno nuovamente in fondo, sono abituati a raggiungere semifinale o finale. La Lazio, a mio parere, non ha fallito neanche la gara d'andata: sì, avrebbe potuto giocarsela un po' di più, il turno però non l'avrebbe passato".
Dai biancocelesti all'Atalanta.
"Delle tre squadre eliminate agli ottavi è la meno colpevole. La Dea ha pagato una svista arbitrale nella gara d'andata e una stupidata del portiere nel match di ritorno in Spagna, un disguido che ha indirizzato la partita".
Maledetta costruzione dal basso verrebbe da dire.
"Se non hai chi tiene palla in attacco, mi riferisco a Zapata, Ibrahimovic e Lukaku, sei obbligato a costruire dal basso. L'Atalanta aveva in campo Muriel, che di testa non la prende mai. Inoltre è un'attitudine rischiosa solo se il tuo avversario pressa alto".
Dalla Champions all'Europa League. Da milanista è fiducioso?
"Sarà una serata difficile, la differenza tra le due squadre esiste. In due gare secche può comunque succedere di tutto. Il Manchester United è più forte e attaccherà, Pioli non è però un attendista. Lo conosco bene, abbiamo seguito il Master di Coverciano insieme. Il Milan dovrà pressare alto come all'Old Trafford (1-1) eppoi non può difendersi perché ha gente come Hernandez che non sa marcare".
Per la Roma tutto ok dopo il 3-0 dell'andata.
"A meno di un miracolo sì. Quella di Fonseca è una squadra che ama attaccare: prende molti gol e ne segna altrettanti. In Ucraina, contro un avversario che dovrà scoprirsi, almeno un golletto lo farà".
Chiusura con Sacchi: davvero le italiane sono troppo difensive e in Europa lo pagano?
"Arrigo parla bene, però lui aveva Donadoni, Albertini e Rijkaard, che oggi non ci sono più".