Di Nikolas Muci,
18 anni, centravanti del Team Ticino Under 18, si sta parlando molto nelle
ultime settimane.
Colpa, si fa per
dire, del suo talento e della sua bravura sottoporta: 19 reti in 14 partite
sono un bottino che stuzzica l’appetito di molti club. E non solo dei club.
Nikolas, di padre
italiano e madre tedesca è nato a Riva San Vitale, squadra con cui ha dato i
primi calci, prima di passare a 12 anni nella Footeco del Luganese e poi venir
integrato all’età di 14 anni nel Team Ticino.
Muci, è giusto
ricordarlo, è legato al FC Lugano con un contratto sino al giugno del 2022.
Stamattina, dopo
le voci che già giravano da qualche settimana, anche dalla vicina Penisola si è
fatto il suo nome. Il quotidiano Tuttosport ha infatti parlato di un interessamento
della Juventus. Non sarebbe la prima volta, visto che recentemente proprio il club
torinese, in ottimi rapporti con il Lugano per la presenza dell’ex direttore
sportivo Giovanni Manna, aveva acquistato Christopher Lungoyi per 3,5 milioni
di franchi (e ceduto nella stessa trattativa Kevin Monzialo per 2,5 milioni).
Questa mattina il
Lugano, nella persona del suo DS Marco Padalino, ha smentito qualsiasi trattativa
con la Juventus, cosa che ha poi fatto anche il suo manager Gianluca Di
Domenico, ovviamente orgoglioso dell’accostamento ma ignaro di tutto.
Davanti a un caso
del genere la domanda è sempre la stessa: se davvero dovesse arrivare questa
offerta, cosa fare? Quale sarebbe la scelta migliore per il ragazzo?
Premesso che
rinunciare a firmare per un club blasonato come la Juventus (o un qualsiasi
altro club di primo livello) non è mai facile, è veramente questa la strada giusta
per un ragazzo cresciuto nel calcio svizzero?
Le statistiche dell’ASF
(Federazione svizzera di calcio) ci forniscono una risposta inequivocabile:
degli 84 giocatori che dal 2006 hanno vestito in almeno due occasioni la maglia
della nazionale rossocrociata, il 92% (ossia 76) aveva giocato almeno 20/25
partite in Super League. Tre sono invece i giocatori che ce l’hanno fatta all’estero
(Djourou, Benaglio e Behrami), mentre cinque sono quelli rientrati nel nostro
paese dove hanno disputato 20/30 partite prima di ripartire (Seferovic, Kasami,
Mbabu, Saw e Ajeti).
Insomma, la statistica
dell’ASF indica chiaramente che a meno di clamorose eccezioni, al giovane di
talento conviene terminare la formazione in Svizzera, debuttare e imporsi in
Super League prima di spiccare il volo verso altri lidi più prestigiosi e
remunerativi.
In attesa di
capire cosa farà Muci in futuro, sarebbe bello vederlo debuttare con la maglia
del Lugano, classifica permettendo, ancora durante questa stagione.
Così facendo il
club, che rischia di perdere il giocatore (può firmare a parametro zero per un’altra
squadra già a dicembre), avrebbe molte più chance di convincere il ragazzo a
restare e si renderebbe conto del vero potenziale che ha tra le mani.
Purtroppo da noi,
e questo è l’annoso dibattito che pervade il nostro calcio da una vita, raramente
i ragazzi vengono lanciati in prima squadra in giovanissima età, preferendo per
loro un percorso più lungo e prudente.
Anche qui sarebbe
bello trovare una statistica dell’ASF per capire se è veramente questa la
soluzione ideale.