Dopo
Joaquín Ardaiz l’estate scorsa, si sente da ormai un po’ di tempo che il Lugano
sarebbe interessato a un nuovo talento del Chiasso. La notizia era stata
anticipata il 15 di gennaio dal nostro sito. Insomma, l’affare sembra già
fatto, anche se il numero 4 dell’FC Chiasso per ora rimane piuttosto vago. Una
cosa è comunque certa: visti i progressi Hajrizi sembra ormai pronto per il salto
di categoria. Prima però, il ventunenne nato in Vallese servirà come il pane ai
rossoblù nella missione salvezza.
Kreshnik,
come giudichi le tue due prime stagioni da professionista qui a Chiasso?
“Arrivavo
dalle giovanili dell’YB dove anche lì sono molto cresciuto e sono diventato un
uomo lontano da casa. Qui era ancora più lontano, ho dovuto imparare la lingua
e sono anche stato molto aiutato. Ho giocato parecchio e ciò mi ha fatto bene.
Ho potuto dimostrare quello che valgo a livello professionistico”.
Sei
particolarmente migliorato quest’anno.
“Sia
il primo allenatore che il mister attuale sono stati importanti, dandomi molta
fiducia e facendomi migliorare sotto diversi aspetti”.
Passare
dall’YB al Chiasso è stata dunque la scelta giusta da fare?
“Sì, è
stata una buona decisione. Quello del calcio professionistico era un altro
scoglio importante da superare per me e il Chiasso si è fatto trovare pronto accogliendomi
bene”.
Quale
aspetto del tuo gioco è migliorato di più in queste due stagioni?
“Sono
diventato più sereno dietro nel mio possesso palla sotto pressione. Riesco ad
essere molto più calmo palla al piede”.
E dove puoi ancora migliorare?
“Forse sotto l'aspetto mentale. Spesso
sono quasi troppo carico, il che nonostante sia una qualità, può diventare un
difetto (con 10 cartellini gialli è il giocatore più ammonito dell’intera Challenge
League, ndr). Devo anche imparare a essere più lucido nelle mie prese di
decisioni. Spesso cerco di fare qualcosa di difficile o di sbagliato quando
invece dovrei semplicemente riflettere di più”.
Quale
ruolo ti permette di esprimerti al meglio?
“Mi
piace essere al centro della difesa a tre perché posso dirigere la manovra. Ma
mi adatto e posso giocare sia a sinistra che a destra in un modulo a tre dietro”.
Questa
volta non ti ha chiamato la nazionale Under 21 del Kosovo. Sei deluso?
“No,
non più di quel tanto. Non ci siamo qualificati per gli Europei e quindi ora
provano un po’ dei nuovi giocatori, per costruire il gruppo della generazione
futura. Nessun giocatore classe 1999 come me è stato chiamato questa volta”.
Prima
degli Under-21 kosovari avevi giocato con le giovanili rossocrociate. Potresti
ancora cambiare idea e vestire la maglia della Svizzera?
“La
vedo difficile. Sono con il Kosovo e sono fiero di portare i colori del mio
paese. Specialmente quando siamo là, è un grandissimo orgoglio. È vero che ho
iniziato con la Svizzera, ma ora sono fiero di aver scelto il Kosovo”.
Il tuo
contratto scadrà quest’estate e sembra fatta per il tuo passaggio al Lugano. Giocherai
in Super League l’anno prossimo?
“Lo
spero, ma se ne parlerà soltanto a fine stagione”.
Cosa
dovrà fare il Chiasso per salvarsi?
“Servirà la giusta mentalità, come in quest’ultima
partita contro il Thun. Da diverse partite stiamo andando bene e penso che
continuando così ce la faremo. La squadra c’è e il mister è con noi. Sono
fiducioso”.