CALCIO: PAROLA AL PAPÀ DI NIKOLAS MUCI TALENTO DEL TEAM TICINO
"Il mio ruolo è semplicemente di stargli vicino"
Parla Fabrizio Muci, il papà di Nikolas, il 18.enne del Team Ticino che piace a molte squadre
Pubblicato il 21.03.2021 11:08
di Luca Sciarini
Di Nikolas Muci si sta parlando ormai da qualche giorno.
A 18 anni, l’attaccante del Team Ticino sta suscitando l’interesse di tanti addetti ai lavori. È normale quando un giocatore segna a raffica e dimostra un talento cristallino.
Nikolas, che ha contratto con il Lugano fino al 2022, dovrà presto prendere decisioni importanti per il suo futuro.
Fondamentale in quel momento sarà ovviamente anche il ruolo dei genitori, in particolar modo quello di papà Fabrizio, infermiere al cardiocentro di Lugano e da sempre innamorato del gioco del calcio.
Fabrizio, stupito dell’interesse che c’è attorno a Nikolas in questo momento?
“Un po’ sì, anche se nel calcio le cose vanno velocemente. Oggi sei su, domani sei giù. È una cosa che ho cercato di insegnare ai miei figli e per questo che anche a Nikolas, come a suo fratello Alexander (portiere del Winterthur), ho chiesto di abbinare allo sport anche lo studio”.
Nikolas frequenta il Liceo scientifico di Lugano (mentre Alexander studia biologia a Zurigo).
“Credo che la forza di una persona risieda nel cervello ed è per questo che lo studio è importante. È vero che io ho cercato di trasmettergli la passione del calcio, anche se non ho giocato a livelli altissimi, ma nel contempo ho sempre creduto che fosse possibile unire i due percorsi, sport e studio. Oltretutto qui in Ticino la cosa è fattibile e a questo proposito vorrei ringraziare l’organizzazione del liceo che gli permette di fare le due cose in maniera intelligente”.
Presto però Nikolas dovrà prendere delle decisioni importanti sul suo futuro da calciatore.
“Sì lo sappiamo, sono delle tappe che andranno affrontate. Adesso Nikolas ha il suo manager (Gianluca Di Domenico) e se ne occuperà lui. In passato ricevevo moltissime telefonate da parte di presunti procuratori, ora siamo decisamente più tranquilli. Sappiamo che quello del calcio non è un mondo facile e che si rischia di essere soltanto della merce”.
Come si svolge il ruolo di padre in questo momento?
“Da parte mia cerco semplicemente di restargli il più vicino possibile: il ruolo del papà è quello di esserci e di ricordargli l’umiltà e la modestia, doti che una persona deve sempre avere, indipendentemente dalla professione che svolge. Sono uno che ama il fairplay e mi emoziono quando vedo i giocatori delle squadre giovanili che si abbracciano prima delle partite. È questo lo spirito che ho cercato di trasmettere ai miei figli”.
Come sta vivendo Nikolas questa notorietà?
“Lui è uno che ha la gioia dentro, si fa tante risate quando sente parlare di lui. L’altro giorno ha letto un articolo in cui qualcuno lo paragonava a Higuain e non smetteva di ridere. È normale che anche lui senta un po’ di pressione ma può contare sulla forza di suo fratello e sua sorella. Sono tutti molto uniti e questo mi riempie di gioia”.
Il Lugano vorrebbe tenerlo, la Juve si è interessata, così come altre squadre d’oltre Gottardo. Come si fa a scegliere?
“Al momento non possiamo escludere nessuna ipotesi, anche se credo che forse il percorso migliore sia quello legato a una permanenza in Svizzera. Il Lugano è una bella realtà e lui è cresciuto nel Team Ticino, oltretutto in questi giorni i tifosi del Lugano hanno dimostrato di voler bene a Nikolas con delle testimonianze che ci hanno fatto piacere. L’importante è non bruciare le tappe. Lui parla perfettamente il tedesco, essendo sua mamma tedesca e non ci sarebbero problemi nemmeno nel caso di un trasferimento oltre Gottardo".
Non crede che sarebbe bello se un giovane talento ticinese potesse restare in Ticino? Almeno all'inizio della sua carriera...
"Senza dubbio. Infatti non scarto nessuna ipotesi. In quel caso spero che Nikolas possa avere un po' più di spazio e di considerazione di quella che ha avuto suo fratello Alexander".
(nella foto Alexander, Nikolas e papà Fabrizio)