AUTOMOBILISMO
Trionfo Toyota
A Monza la macchina giapponese davanti alla Ferrari: Buemi chiude quarto
Pubblicato il 09.07.2023 22:18
di Silvano Pulga
Caldo (33 gradi), una buona cornice di pubblico e tante emozioni: in questa atmosfera, a vincere la 6h di Monza è stata la Toyota di Kobayashi/Coway/Lopez, con 200 giri percorsi, e una velocità massima raggiunta di 309,5 km/h, precedendo la Ferrari 499P di Fuoco/Molina/Nielsen (staccata di 16,520 secondi) e la Peugeot di Jensen/DiResta/Vegner, uniche vetture che hanno terminato a pieni giri. L’altra Toyota condotta dall’elvetico Sébastien Buemi, assieme ad Harley e Harakawa, si è invece piazzata in quarta posizione. Tanti i piloti rossocrociati in gara: vediamo di seguito i loro piazzamenti. Sempre per le Hypercar, il 19° posto dell’altra Peugeot condotta da Nico Muller assieme a Menzenes e Duval; al 13 posto, ma in categoria  LMP2, la Gibson del team WRT con alla guida Louis Déletraz assieme a Kubica e Andrade; al 15°, nella medesima classe, l’altra Gibson dell’Inter Europol Competition condotta da Fabio Scherer assieme ad Albert Costa e Jacob Smiechowski. In categoria LMGTE Am, il ventiseiesimo posto della Porsche scuderia Iron Dames condotta da Rahel Frey assieme a Sarah Bovy e Michelle Getting, e il trentunesimo posto della Ferrari ufficiale condotta da Thomas Rohr assieme a a Castelbacci e Rigoni. Ritirata dopo 99 giri la Porsche del team Proton, categoria Hypercar, condotta dallo svizzero Neel Kean assieme Tincknall e Bruni. 
Dal punto di vista agonistico, come si sa la stagione dell’Endurance vive attorno alla 24h di Le Mans. Tuttavia, dopo l’appuntamento annuale dell’Autodromo della Sahtre, il secondo obbiettivo è vincere la classifica costruttori: e questo fatto è stato sottolineato, alla vigilia, soprattutto dai leader del Team Toyota Gazoo Racing, intenzionati a impedire alla Ferrari (peraltro penalizzata dal Balance of Performance, vista l’affermazione in Francia) di vincere sul circuito di casa.  
Ma andiamo a vedere come sono andate le cose in Brianza. Partenza lanciata alle 12.30, e sono subito emozioni, con la Ferrari numero 51 di Antonio Giovinazzi che, alla prima variante, tenta di sopravanzare la Toyota numero 8, condotta da Sébastien Buemi. Finisce a sportellate, e la Rossa, dopo un’uscita di pista, si ritrova così in tredicesima posizione: ma 6 ore di gara sono lunghe, è una maratona come scrivevamo ieri, e non uno sprint. In queste prime fasi la Toyota numero 8, che sembrerebbe non aver subito danni particolari dalla collisione, viaggia in ottava posizione, staccata di poco più di 6 secondi dal battistrada. 
Dopo neppure un quarto d’ora di corsa, prima uscita della Safety car, per l’incidente occorso al giapponese Satoshi Hoshino sulla Aston Martin numero 777, alla variante Ascari, costretto al ritiro. Dopo un’ora, in testa c’è la Peugeot del danese Mikkel Jensen, mentre la Toyota di Sébastien Buemi, dopo una sosta ai box, è in risalita al ventiquattresimo posto. Le due Ferrari ufficiali di Molina e Giovinazzi si trovano invece rispettivamente in seconda e decima posizione. 
La gara procede senza scossoni, coi cambi di posizione dettati dalle soste ai box per i rifornimenti, i cambi gomme e pilota. A circa 3 h 45 dal termine, altro ingresso della Safety car, che rimescola nuovamente le carte. Alla ripresa, si ritrova in testa la Toyota numero 7 con alla guida l’argentino José Maria Lopez: sono solo 7 le macchine a pieni giri, a questo punto della gara. 
A due ore dal termine, si comincia a entrare nella fase decisiva. Sono sempre 7 le macchine a pieni giri: in testa c’è Kamui Kobayashi sulla Toyota numero 7, con 4 soste come la  Ferrari numero 50 al secondo posto, con Antonio Fuoco al volante, staccata di 45 secondi circa. Sarebbe un vantaggio incolmabile in Formula 1: ma qua, tutto può ancora accadere. E, infatti, ci ha pensato la Safety Car, a 1.40h circa dal termine, a regalare ancora un po’ di suspence per il finale, con sole tre auto a pieni giri: la Toyota numero 7, la Ferrari numero 50 e la Peugeot numero 93 condotta, in questa fase, dall’inglese Paul di Resta. 
A un’ora dal termine, situazione invariata, ma, grazie all’ingresso della Safety car, il distacco tra il battistrada e la Ferrari si è ridotto a 15 secondi, con la Peugeot numero 93 più indietro (38’) e la Porsche numero 5 condotta dal francese Frédéric Makowiecki al quarto posto, sdoppiatasi e staccata di 45 secondi circa dal leader della corsa. Nella categoria LM GTE Am la Porsche del Team Iron Dames, condotta in questa fase dall’elvetica Rahel Frey, è ventisettesima, al quinto posto di categoria. 
A meno di tre quarti d’ora dal termine, ultime soste ai box per Toyota e Ferrari, divise da una decina di secondi. Il finale è emozionante, con la Ferrari di Fuoco che tenta il tutto per tutto, dopo aver sostituito solo due pneumatici nella sosta, anziché tutti e quattro come i rivali giapponesi. Tuttavia, la Toyota, con alla guida Kamui Kobayashi, autore già ieri del giro più veloce, tiene duro, riuscendo a mantenere sempre almeno dieci secondi di vantaggio, vincendo la gara. Terza, e ultima vettura a pieni giri, la Peugeot numero 93 di Paul di Resta a 1.11 dal vincitore. 
Soddisfatto, naturalmente, Kamui Kobayashi, che ha guidato la Toyota numero 7 nelle ultime ore di corsa. Il pilota giapponese, nella conferenza finale di fine gara, ha dichiarato che era c erto che sarebbe stato difficile battere la Ferrari a Monza, e che si aspettava una loro ottima prestazione. Tuttavia, ha aggiunto, nell’ultima ora di gara ha cercato di guidare con la massima concentrazione, evitando di commettere errori che sarebbero magari stati decisivi, visto lo scarso margine di vantaggio.