Ons
Jabeur è un simbolo per il suo paese e rappresenta il mondo
arabo. La tunisina è fonte di ispirazione per le sue connazionali e
spinge una generazione a intraprendere una carriera sportiva nel
tennis. Dimostra, con i suoi risultati, nonostante le sfide siano
ardue, che è possibile raggiungere risultati eccezionali. “Se
l'ho fatto io, puoi farlo anche tu” è il mantra che riassume
la sua filosofia di vita. È un esempio tangibile di “empowerment
femminile”, soprattutto in un contesto in cui coniugare lo sport al
femminile non è sempre facile. Per il secondo anno consecutivo, ha
raggiunto la finale a Wimbledon, esibendo freddezza e lucidità, come
dimostrato dalla sua rimonta contro Aryna Sabalenka. Il suo
gioco divertente e creativo ha prevalso sulla potenza e la precisione
impressionante della tigre di Minsk. Il match, più che una
semifinale, è sembrato l'atto conclusivo, con un livello e una
qualità di gioco degni del campo centrale. La sfida tra Elina
Svitolina e Marketa Vondrousova è stata invece a senso
unico. L'ucraina aveva sconfitto la numero uno al mondo Iga
Świątek, ma è apparsa stanca e poco reattiva. Contro ogni
pronostico, la ceca è riuscita a imporsi nettamente, chiudendo
rapidamente la contesa. A partire da lunedì, Marketa Vondrousova
sarà la numero sedici del ranking Wta, da sottolineare che ha
cominciato il torneo senza essere testa di serie. La finale è
incerta. Le sfidanti hanno un gioco simile, la ceca è mancina, il
che potrebbe causare alcuni problemi alla sua avversaria. Il resto lo
farà la tensione e la pressione. Non sarà un match facile per
nessuna delle due. Wimbledon dà il senso a carriera intera. La sfida di sabato
promette tanto spettacolo e divertimento.
Tennis
L'Africa vuole il suo primo Slam
La tunisina Jabeur è vicina alla grande impresa