CALCIO
Il calcio di Sannino
Il tecnico del Paradiso spiega cos'è successo durante l'amichevole con il Lugano
Pubblicato il 14.07.2023 09:47
di L.S.
Nelle ultime ore è stato un po’ nell’occhio del ciclone. Il suo comportamento fumantino in panchina, durante l’amichevole contro il Lugano, aveva fatto infuriare qualche tifoso bianconero.
Due giorni dopo la partita di Sementina, finita 5 a 1 per la squadra di Croci-Torti, Giuseppe Sannino ha voglia di spiegare cosa sia realmente successo. E lo fa con grande educazione e serenità.
Partendo da quel termine, “sboccato”, con cui ne avevamo descritto la “performance”.
“So che sono un allenatore focoso, che parla tanto, ma vi prometto che non sono uno che bestemmia. Forse potevano sembrare delle bestemmie, ma non lo erano. Il mio linguaggio può essere considerato colorito, ma niente di più. Credetemi”.
Capitolo chiuso, si guarda avanti. Al suo Paradiso, autore di una prestazione decisamente positiva per quasi un’ora, ma anche contraddistinta da qualche intervento un po’ troppo spericolato.
“Quando si fa questo tipo di amichevoli ci sono due possibilità: mettere in campo una prestazione gagliarda e grintosa, oppure recitare semplicemente il ruolo di sparring-partner. Noi siamo una squadra giovane, che ha bisogno di crescere e lo può fare anche attraverso queste partite. Io cerco di spingere questi ragazzi ad andare oltre la soglia della fatica, provo a fargli capire che il calcio è anche sofferenza”.
Anche quando un giocatore è a terra dopo un contrasto e lui gli grida di tirarsi su. Con una certa enfasi.
“Esattamente, è successo proprio questo contro il Lugano. Un mio giocatore, dopo un contrasto con l’algerino Amoura, è rimasto a terra. Gli ho detto due o tre volte di alzarsi e alla fine lo ha fatto senza l’aiuto del massaggiatore. Qualche tifoso vicino alla nostra panchina era un po’ sorpreso ma io sono abituato a far crescere i giocatori anche attraverso questo tipo di impulsi”.
D’altronde il mister del Paradiso era stato apprezzato in Inghilterra anche per questo.
“L’Inghilterra era un po’ come la Svizzera per quanto concerne l’ambiente degli allenatori, dove tutto era piuttosto ovattato, ma poi sono arrivati tecnici Conte, Mancini e Guardiola e qualcosa è cambiato. E gli inglesi sembrano apprezzare un po’ di focosità in panchina”.
Il mister chiude con un ultimo appunto:
“Affrontare il Lugano dev’essere un onore per tanti nostri giocatori: sono fortissimi e hanno un ottimo allenatore. Giocare aggressivi, come abbiamo fatto noi, non vuol dire far male: credo che il Paradiso, a parte forse un intervento a inizio partita, non abbia commesso falli pericolosi. Nell’amichevole contro il Taverne abbiamo perso due giocatori per infortunio ma non ci siamo lamentati. È il calcio, sono cose che possono succedere”.