Calcio
La scelta ragionevole di Lukaku
La forza del centravanti belga e la debolezza dei club
Pubblicato il 17.07.2023 08:10
di Angelo Lungo
Il calcio è il romanzo popolare della modernità. I fili dell'ordito si ripetono. E la trama, sempre la stessa, appassiona, divide e suscita scalpore. La vicenda Lukaku è il tormentone dell'estate italiana. Gli interpreti coinvolti sono i migliori possbili. Attori protagonisti: il belga; il Chelsea; l'Inter; la Juve. Attori non protagonisti ma che non si ritengono tali: i tifosi. Il centravanti, specie rara in giro, è un apparente volubile, viene dipinto come un umorale. La narrazione lo descrive come in preda di categorie esistenziali che lo inquietano. E di una madre che ne influenza le sue decisioni. Ma la spiegazione è semplice: Madama gli offre più della Beneamata, il contratto è più lungo e l'ingaggio è superiore. Questa è la struttura, quella di cui parlava il barbuto di Treviri, il resto è la sovrastruttura, ossia l'elemento residuale. La forza di Lukaku è la debolezza dei club, che pure spendono e mettono tanti denari. Il suo avvocato ne è consapevole e astutamente fa le sue mosse. Il Chelsea è la squadra più schizofrenica del biennio. È un compratore compulsivo. Acquista solo dai 100 milioni in poi. La sua rosa è pletorica. Non ha nessun progetto. L'esito è scontato. Deve disfarsi dei calciatori che ha strapagato. E subisce i loro ricatti. L'Inter deve barcamenarsi. La proprietà vuole l'autofinanziamento. Prima si cede e poi si prendono i sostituiti. Le trattative impostate, sono lunghe, necessitano di incastri. La Juve vive una fase interlocutoria. Elkann ha estromesso Agnelli, ha messo fine a una gestione che ha prodotto deficit in serie. È stato assunto Giuntoli per copiare il modello sostenibile impostato a Napoli. Ma il nuovo corso ha bisogno di tempo. Si deve tamponare, l'idea è semplice: via il giovane attaccante e dentro quello navigato ma che in Italia fa la differenza. E il bilancio è quasi salvo. Cercano di prendersi disperatamente la scena: i tifosi. Sui social, la loro cassa di risonanza, lo sfogatoio sempre pronto, esprimono i loro pareri. Dicono di difendere la maglia, i colori, si consolano e sono convinti di essere ascoltati, si credono i rappresentanti, retorici, dell'identità. Coinvolte sono Inter e Juve. Le due non si riconoscono, sono incompatibili, l'una considera l'altra illegittima. Ergo: Lukaku ha ragione.