Aveva ragione
Renzetti. Ancora, verrebbe da dire.
Questo Lugano
aveva bisogno di un piano B. Il presidente se n’era accorto prima di Natale
quando aveva intuito il calo della sua squadra, sorretta in quel momento soltanto
da una classifica lusinghiera.
Renzetti aveva
capito però che non sarebbe durata, che senza un cambio di mentalità la
situazione sarebbe potuta sfuggire di mano.
Prima della
partita di Vaduz qualcosa dev’essere scattato nella testa di Jacobacci: l’allenatore
sapeva che la sua avventura a Lugano era ormai appesa a un filo e che soltanto
stravolgendo le carte avrebbe potuto avere qualche chance di restare in sella
anche la prossima stagione.
È in quel preciso
momento che la stagione del Lugano è cambiata e forse, chissà, anche il suo
futuro da allenatore.
La sua squadra è
tornata a vincere ma soprattutto a convincere.
Alzi la mano chi
si ricorda un secondo tempo come quello di ieri sera contro il Basilea.
Dov’è finito il
Lugano che non era in grado di giocare bene, tecnicamente limitato e che poteva
schierarsi soltanto con un modulo difensivo?
Ieri sera, nonostante
l’errore di Baumann che sarebbe potuto costare caro, la squadra ha reagito con
veemenza, come se in cuor suo sapesse che quella partita si poteva ribaltare.
Ci si aspettava forse
le tre punte già ad inizio partita: il mister ha deciso di cominciare invece in
maniera più cauta. Lo imponeva il rispetto per il blasone del Basilea, apparso
alla fine l’ombra della gloriosa squadra che fu.
Aiutato
probabilmente anche dall’infortunio di Kecskes, nella ripresa Jacobacci ha
rimesso in campo il Lugano offensivo, il famoso piano B di Renzetti.
Bottani stratosferico
per novanta minuti (ma non era uno che per motivi fisici non dovrebbe
farcela?), Lovric tornato imperiale e là davanti sia Ardaiz che Abubakar, con le
loro doti e i loro limiti, sempre pungenti e fastidiosi.
È stato un bel Lugano,
non c’è che dire.
Con la salvezza
in tasca ora si può guardare più in alto. Certo, la Conference League rischia
di non scaldare i né i cuori né il portafoglio della società, tanto che Renzetti
ha anticipato di voler iniziare una piccola rivoluzione già in questo finale di
stagione.
Con l’inserimento
di Lungoyi, Guidotti, Muci, Hajrizi (nuovo acquisto dal Chiasso confermato ieri
sera dal presidente) e alcuni colpi che si stanno completando oltre Gottardo, l’anno
prossimo sarà un Lugano più giovane.
Una scelta
ovviamente finanziaria, che se da una parte riveste un certo rischio dall’altra
non può non affascinare.
Sempre che nelle
prossime settimane non ci siano delle novità sul fronte societario.