CALCIO
Lugano, lo spirito è (già) quello giusto
Non è ancora tutto perfetto ma i bianconeri hanno dimostrato la qualità della loro rosa
Pubblicato il 27.07.2023 08:26
di Silvano Pulga
Nel calcio, i pronostici sono importanti: li fanno gli addetti ai lavori, i tifosi, gli algoritmi delle società di scommesse. Poi, però, a parlare è il campo, che quelle previsioni a volte sconnessa. 
Ne discutevamo da qualche giorno nelle nostre chat professionali: il Lugano scenderà in campo a Losanna coi favori del pronostico, ma poi conterà molto la testa. Già, l'atteggiamento: data per scontata la carica del Crus, era necessario far passare il messaggio a un gruppo che, ovviamente, non è ancora del tutto plasmato: giocatori appena arrivati, altri che sognano palcoscenici più importanti e così via. 
Di fronte, una compagine esordiente, consapevole della propria inferiorità tecnica ma, proprio per questo, decisa a far valere le armi vincenti della passata stagione: velocità e prestanza fisica. 
E qua è venuta fuori la consapevolezza dei bianconeri, che hanno accettato la sfida, correndo anche loro, e provando a sfruttare le proprie armi: palla bassa, scambi rapidi, ricerca della profondità. Molto meglio, ovviamente, che giocare contro una squadra che, rintanata nella propria metà campo, chiude tutti gli spazi. E, a parità di velocità, i ticinesi hanno potuto far valere il loro maggiore tasso tecnico, andando in rete con Steffen al 9', con la complicità anche della retroguardia avversaria la quale, da qui in poi, dovrà iniziare a crescere e ad abituarsi alle temperature della massima serie, per fare dei risultati. 
I ticinesi hanno sempre dimostrato la propria superiorità, pur andando in affanno, in alcune occasioni, nel prosieguo della prima frazione. I biancorossi, mantenendo sempre i ritmi alti, hanno messo talvolta in difficoltà la retroguardia sottocenerina, ancora in cerca dei necessari equilibri, sfiorando il pari con Liridon Mulaj, la cui conclusione si è stampata sul legno. Tuttavia, al rientro in campo, probabilmente catechizzati da Croci Torti negli spogliatoi, gli ospiti sono apparsi più concentrati e concreti, trovando il gol con Zan Celar dopo soli 3'. Emblematica la partita dello sloveno, apparso evanescente in diverse fasi dell'incontro, ma bravo a farsi trovare smarcato da Bottani, e implacabile a infilare il portiere avversario sul palo opposto. A quel punto, il Crus ha fatto un po' di turn over, inserendo Aliseda e Amoura al posto dei due artefici del gol del raddoppio. E proprio l'algerino, pochi minuti più tardi, ha messo in cassaforte i tre punti, finalizzando una trama impostata sull'asse Grgic/Steffen, due nomi che, da soli, bastano a certificare la qualità dei giocatori in campo in maglia bianconera. 
Che dire? La squadra ha dimostrato di non aver perso lo spirito dello scorso anno: questo Lugano, quando ha il pronostico dalla sua parte, va in campo per imporre il proprio gioco. La sfida di ieri era facile, sulla carta, ma con alcune insidie potenziali (ce lo ricordiamo l'esordio del Winterthur, lo scorso anno). Il Crus, ancora una volta, è riuscito a far passare il proprio messaggio: vero che sono scesi in campo praticamente solo i giocatori dell'anno scorso (con l'eccezione del numero 16 ex Sion), ma non era così scontato che lo spogliatoio fosse già così concentrato, dopo un precampionato nel corso del quale sono state affrontate, in fondo, squadre di modesta caratura o, nel caso dell'Inter, con un paio di giorni di lavoro nelle gambe. 
Ovviamente, sabato a Cornaredo contro il San Gallo sarà molto più probante, visto anche il debutto dei biancoverdi i quali, va detto, avranno qualche giorno di riposo in più. Nessuno vuole polemizzare, ovviamente: però, da tecnici del settore, vedere una città come Losanna messa in scacco e costretta a rimandare una partita con 500 spettatori presenti, dei quali solo poche decine di ospiti, lascia un po' perplessi, al netto del fatto che, a quel punto, dal momento che il rinvio non dipendeva dalla richiesta delle squadre, non sarebbe stato male giocare almeno domenica pomeriggio. Ma, del resto, i ticinesi, attesi da una campagna europea autunnale molto dispendiosa, dovranno iniziare a convivere con questi problemi. Ci hanno riferito i colleghi presenti anche di qualche disfunzione organizzativa (cancelli aperti solo un'ora prima dell'inizio); pecche di gioventù per un club ancora inesperto che, sicuramente, verranno rimesse a posto prima che arrivino, in Vaud, i tifosi delle squadre dalla parte opposta del Röstigraben, tradizionalmente meno pazienti e più numerosi dei ticinesi. 
Sui singoli, ci è piaciuto il nuovo arrivato Grgic (non scopriamo certo noi che si tratta di un elemento con piedi molto educati), fatto giocare in una posizione abbastanza arretrata. La sensazione è che, con il rientro di Mai, la costruzione dal basso da parte ticinese potrà godere di geometrie di ottimo livello, anche se il giocatore ex Sion dovesse avanzare il baricentro di qualche metro. Steffen è apparso con la giusta voglia, così come Bottani, mentre Celar ha dimostrato di essere il solito implacabile cecchino, pur con diverse pause le quali, a questo punto della stagione, ci possono anche stare. Qualche affanno in retroguardia, buone le prove di Bislimi e Sabbatini. In definitiva, un buon Lugano, che varrebbe la pena di vedere, sabato, dal vivo, anche per godersi la nuova disposizione dello stadio.