CALCIO
"Joe Mansueto? La cosa più bella che ho fatto a Lugano"
Angelo Renzetti parla della squadra, del club e delle sue ambizioni
Pubblicato il 29.07.2023 09:55
di L.S.
Stasera c’è bisogno di una conferma. La vittoria, piuttosto semplice, contro lo Stade Losanna all’esordio, è già archiviata. Poche ore e si scende di nuovo in campo, in un Cornaredo che ha cambiato volto e contro un San Gallo di cui è meglio diffidare.
Angelo Renzetti, ex presidente del Lugano, non vede l’ora di entrare nel “nuovo” Cornaredo:
“Vi confido che mi stuzzica di più questo stadio che il vecchio Cornaredo. Sono felice della costruzione delle due tribune che portano l’anima del tifo vicino al campo. I giocatori hanno bisogno del sostegno dei propri tifosi, devono sentirli vicini”.
Si torna indietro di tre giorni e alla partita con lo Stade Losanna:
“Una vittoria meritata, senza dubbio. Ho visto ciò che mi aspettavo, con tanta qualità davanti e una difesa che va ancora registrata”.
Ecco, l’unico dubbio è il reparto arretrato:
“In certe occasioni lo vedo ancora un po’ fragile, anche se con il ritorno di Mai potrebbe acquisire maggior sicurezza. E poi non dimentichiamoci di El Wafi, di cui si dice un gran bene: potrebbe davvero essere una bella sorpresa. Sarei comunque più tranquillo se arrivasse un difensore centrale con più esperienza, uno alla Daprelà tanto per intenderci”.
Tra le belle sorprese del debutto c’è stato Bottani, un giocatore che all’ex presidente è sempre piaciuto:
“È tornato quello di una volta, ha giocato con un altro cipiglio. Croci-Torti gli ha dato fiducia schierandolo dall’inizio e lui ha risposto presente: può giostrare sia da prima punta che sugli esterni o a centrocampo. Un gran bel jolly”.
Gli è piaciuto anche Amoura:
“È una mina vagante per gli avversari. Se sei in difficoltà può sempre affidarti al suo contropiede, alla sua velocità. È una preziosa alternativa a livello tattico”.
Campionato, Coppa Svizzera e Europa: sarà una stagione impegnativa per i bianconeri e l’asticella degli obiettivi è stata posta piuttosto in alto:
“Credo che sia normale, i dirigenti sono quasi obbligati ad avere questi tipi di obiettivi. Bisogna far vedere a chi ti finanzia che il progetto cresce al passo con l’ambizione. È chiaro che esporti così tanto non è mai facile, rischia di mettere addosso tanta pressione, ma il Lugano sta entrando in una nuova dimensione e dovrà abituarsi”.
Dall’assemblea è emerso che Joe Mansueto innesta nelle casse del club circa 15 milioni a stagione:
“Ho sempre detto che la cosa più bella che ho fatto a Lugano è stata la cessione del club a un personaggio come Mansueto. Le cifre che sono state comunicate non mi stupiscono, anche perché se presenti un budget di circa 25 milioni di franchi, il buco che crei è di quella portata. La piazza ti può dare 7-8 milioni, il resto lo deve mettere l’investitore. Poi ovviamente c’è il mercato che ti può venire in soccorso, ma vediamo che anche vendere non è molto semplice: ci sono in giro pochi soldi, basta osservare quello che sta succedendo nella vicina Italia”.
Il Basilea ha venduto per quasi 40 milioni tra Pelmard, Diouf e Amdouni:
“Stiamo parlando di un’altra piazza, con un’altra storia alle spalle e un pubblico enorme. Credo che l’obiettivo dei dirigenti del Lugano sia quello di ricostruire ciò che avevano fatto a Basilea: sarà una grande sfida. Non dimentichiamoci che i renani arrivano da una stagione straordinaria con la semifinale di Conference League”.
E che Lugano sarà in Europa?
“Sarà un Lugano che saprà divertire, come lo fa sempre anche in campionato. La squadra del Crus è bella da vedere, succede sempre qualcosa. Credo che però la solidità difensiva in Europa sia fondamentale e in questo momento manca ancora qualcosa”.
(Foto Zocchetti)