QUANDO IL CALCIO È UNA GRANDE PASSIONE
"Le partite le vincono i giocatori"
Una lunga ed esauriente chiacchierata con Mister Alberto Zaccheroni
Pubblicato il 23.03.2021 23:01
di Angelo Lungo e Carlo Scolozzi
Il calcio dalla A alla Zac: A come Alberto, Zac come Zaccheroni. Ex allenatore di Udinese, Milan, Inter, Lazio, Juventus e nazionale giapponese, il tecnico racconta in questa lunga intervista il suo rapporto col calcio e il suo amore per il gioco del pallone.
Come sta il calcio italiano?
"Lo vedo di alto livello, nonostante il fallimento europeo degli ultimi tempi. Ci sono idee nuove e molti allenatori sono degli innovatori".
L'uso della Var?
"È uno strumento utilissimo, perché il calcio è diventato molto veloce. Sicuramente va perfezionato. Nella mia carriera ho visto una marea di errori e interpretazioni sbagliate. Con la Var ci sono meno dubbi".
Com'è cambiato il calcio?
"Il calcio cambia sempre. Il gioco è vieppiù rapido".
Cosa ne pensa della costruzione dal basso?
"È la vera novità del campionato. Va elaborata e adattata. Per farlo ci vogliono giocatori che devono avere personalità e tecnica. I difensori italiani sono più marcatori e non sempre sono capaci di leggere il gioco e impostare".
La Juve di Pirlo?
"È un cantiere aperto e lo sarà ancora. Presumo che la società lo avesse messo in preventivo. Volevano un gioco palleggiato e hanno scelto Andrea. Tuttavia le difficoltà sono evidenti. La squadra non riesce a verticalizzare e non è mai stata schierata una formazione tipo".
L'Inter di Conte?
"Ha trovato la quadra. Storicamente è una squadra da alti e bassi. L'allenatore ha dato continuità, siccome la qualità non mancava. Ha l'organico migliore".
Il Milan di Pioli?
"È andato oltre le aspettative. I giocatori sono tecnici, hanno entusiasmo. La squadra è corta ed è capace di palleggiare. Non è lì per caso".
La squadra che la diverte di più?
"L'Atalanta. Pratica un calcio in velocità e in verticale".
Il Napoli?
"È un ottima squadra. È compatta, attacca e si difende. Tuttavia manca un attaccante da 20 gol".
Qual è il giocatore più forte del campionato?
"Senza dubbio si tratta di Ronaldo. Mezza palla ed è gol. Non pensavo, ma anche Lukaku fa la differenza. Sposta gli equilibri ed è determinante per la manovra dell'Inter".
Qual è la squadra che le piace di più a livello europeo?
"Il calcio inglese è di alto livello. Manchester City e Liverpool propongono il miglior gioco. Da sempre sono stato innamorato del Barcellona".
Qual è il giocatore più forte che ha allenato?
"Ne ho avuti tanti: Trezeguet, Del Piero, Vieri, Shevchenko, ma dico Adriano. L'attaccante brasiliano aveva delle potenzialità enormi. Era immarcabile, aveva tecnica, tiro e proteggeva la palla come pochi".
E il giocatore al quale è rimasto più affezionato?
"Stankovic. Grande uomo e grande calciatore. Non andava stimolato, era un genuino. Con lui ho un legame fortissimo".
Come si costruisce una squadra vincente?
"Bisogna avere la testa giusta e un punto di riferimento, che dev'essere l'allenatore. È una figura importantissima, è lui che deve decidere. Si può cambiare, ma non mettere in discussione. Resto però convinto che le partite le vincono i giocatori. Bisogna quindi esaltare le loro caratteristiche. La tattica viene dopo".
Le manca il calcio?
"Mi manca il campo, il rapporto con i calciatori, la soddisfazione di vederli crescere, la gratificazione di formare un gruppo".
Ha rimpianti?
"Non ne ho. Sono stato sempre un uomo libero, non mi sono mai adeguato e non ho mai avuto un procuratore. Il paradosso è che in Serie A ho avuto l'occasione di fare ritiri solo con due squadre: con l'Udinese e con il Milan, poi sono sempre stato chiamato in situazioni di crisi".
Perché il calcio è bello?
"Perché nella mia carriera ho potuto osservare il bambino di nove anni che si mette nella giusta posizione con il corpo e fa il giusto passaggio ed è contento. Perché ho potuto vedere un gruppo di professionisti felici dopo una vittoria e uniti anche dopo una sconfitta. Il calcio è questo: stare bene insieme. E ripeto: bisogna mettere al centro i giocatori, perché sono loro che vincono le partite".