Lo
scontro è imminente, sta per partire, i campionati di Inghilterra e
Arabia Saudita cominciano. La distanza è di oltre 6mila chilometri,
ma la contesa, politica e finanziaria, è all'inizio. La sfida per il
momento è impari sul piano tecnico, ma gli arabi fanno sul serio. Il
football è destinato a essere scosso. Il torneo dei sogni esiste, la
Superlega è nei fatti, ma la Premier vede oltre. Non ha nessuna
intenzione di cedere il suo primato o quanto meno vederlo messo in
discussione. Teme lo strapotere economico dei mediorientali. Vuole
fermare il diluvio di denaro. Le indiscrezioni sono confermate, gli
inglesi vogliono un intervento della Fifa. Finora l'Uefa non ha mosso
un dito, non ha rilasciato nessuna dichiarazione in relazione alla
nuova tendenza in atto. Silenzio pure da parte dell'Eca
(l'Associazione dei club del Vecchio Continente), presieduta da
Al-Khelaifi. Perché? Fifa e Uefa assistono
e appoggiano l'Arabia Saudita. Non hanno nessuna intenzione di porre
degli ostacoli. La Fifa considera gli arabi dei fedeli alleati.
Infantino ha costruito l'asse Nord-America e paesi del Golfo. Grazie
a loro e agli Stati africani ha una maggioranza netta a discapito
dell'Europa e del Sudamerica. L'Uefa ha stretti rapporti con il
Qatar, aveva bisogno del suo sostegno contro i fautori della
Superlega. Non c'è nessuna volontà di fermare gli arabi, portano
tanti soldi e il movimento ne ha un'assoluta necessità. La Premier
non ci sta, come prima misura richiede che il mercato abbia una data
di chiusura uniformata: ossia il 31 agosto. I sauditi possono operare
oltre (anche a settembre) e quindi non avrebbero concorrenza
nell'acquistare giocatori provenienti dall'Europa o dal resto del
mondo È solo l'inizio. Il resto seguirà. Le altre leghe sono
inermi, non hanno le necessarie forze per reagire. Sono schiacciate
tra due pesi massimi. E non sono in grado di fare un fronte comune.
Calcio
Premier e Saudi League, sfida tra ricchi
Gli inglesi vanno all'attacco, l'Arabia è una potenziale minaccia