Calcio
"I giocatori imparino a soffrire invece di lamentarsi"
Simeone è alla sua tredicesima stagione sulla panchina dell'Atletico e spiega la sua filosofia
Pubblicato il 11.08.2023 07:13
di Red.
Diego Pablo Simeone siede sulla panchina dell'Atletico dal 2011. Un legame con la squadra di Madrid che è saldo e non conosce crisi. L'argentino ha detto no alla proposta arrivata dall'Arabia, l'Al-Ahli gli aveva offerto un contratto annuo da 40 milioni, ha rifiutato e senza esitazioni. I soldi non lo hanno tentato, troppo forte il rapporto con i “colchoneros”. La stagione sta per cominciare e il tecnico ha rilasciato una lunga intervista al giornale Marca. L'anno trascorso è stato complicato, ma il tecnico assicura che il “Cholismo” è più attuale che mai, le ambizioni non mancano. “Vincere” è il verbo che vuole coniugare: “La nostra gente vuole che siamo campioni non terzi”. Conscio che rappresenta una società dalle grandi potenzialità: “Siamo sempre in crescita, il club si trova di fronte a notevoli cambiamenti, ma siamo competitivi, sia in Campionato che in Champions”. L'Europa nel mirino: “L'Atletico ha l'obbligo di entrare nella competizione più importante, garantisce introiti indispensabili. In Spagna non dobbiamo fare respirare il Real e il Barca”. Il campionato: “Dobbiamo partire forte, ci dobbiamo fare trovare pronti, possiamo essere campioni”. La gestione dello spogliatoio: “La parte emotiva è fondamentale. I giocatori titolari pensano di essere il re del mondo, escono dall'undici e vogliono andarsene”. Prosegue: “Si lamentano, vogliono discutere. Non si può parlare ogni giorno con i figli. Lo correggi, gli dai una linea, ma devi lasciarlo crescere”. Chiosa: “I calciatori devono lavorare, soffrire e guadagnarsi il posto, possono anche divertirsi. Questo è lo spirito dell'Atletico”. Il suo stile di gioco: “Mi hanno dato un etichetta e sarà così qualunque cosa io faccia. Ci interessa vincere e dobbiamo affrontare giganti come Real e Barca, metto al centro i miei uomini e cerco di esaltare le loro caratteristiche”. Ribadisce: “Vincere. Vincere. Giocare bene è vincere. Non c'è modo di spiegarlo meglio. Il resto sono paragrafi di bugie”. Il segreto: “Una squadra ha bisogno di avere uomini che prendono decisioni importanti al di là del gioco. Abbiamo bisogno di persone che ci aiutino a segnare la strada”.