L’Aarau è stato baciato dalla
fortuna, lo ha riconosciuto – tra una parola e l’altra – anche Alex Frei (lo
avevamo fatto notare). Certo bisogna andare a cercarsela la fortuna, lo diceva
spesso e volentieri anche Stefano Maccoppi nel breve, malaugurato periodo in
cui è stato alla guida dei granata (l’inverno scorso). Il Bellinzona di fortuna
non ne ha mai avuta, a Baden gli è stato negato un rigore grande come una
montagna, domenica gliene è stato fischiato uno contro che limpidissimo non era
sicuramente. Il risultato (1-3) è poi stato falsato dalla inaccettabile seconda
rete incassata da Muci, fuori dai pali (in cerca di ‘farfalle’ come si diceva
ai tempi?). Un gol che non esiste anche per l’Aargauer Zeitung che
tuttavia appesantisce l’episodio precisando che il portiere si è coperto il
viso con i guantoni per la vergogna (sic). In casa granata c’è un problema di
portieri, ormai è evidente. Non è però chiaro se si tratti soltanto di una
questione di centimetri (mancanti). Alexander è arrivato a Bellinzona per
maturare esperienza, deve logicamente metterla a profitto. È una situazione, se
mai, che bisognava prevedere. Subire gol del genere gli pesa parecchio,
lasciamolo in pace.
Il quotidiano dell’Argovia
nella cronaca sorvola sul rigore generosamente accordato agli uomini di Frei
limitandosi a rilevare che la palla arrivata sui piedi di Milot Avdyli (quella
che ha causato il tiro dal dischetto) ha ‘sorvolato’ molte teste (manchiamo di
centimetri anche a centrocampo!) ma è un caso che non sia finita sul fondo. Come
dire che il pallone sarebbe potuto finire sulla pista dell’atletica! L’inviato Frederic Härri inizia il suo pezzo
(molto oggettivo) chiedendosi come sarebbe andata se al 56’ Thomas Chacon
invece di colpire la traversa l’avesse messa dentro. E formula una domanda bis:
“Che cosa poteva succedere se la conclusione di Rodrigo Pollero, compagno di
Chacon, non fosse finita anch’essa sui ‘legni’, questa volta sul palo?
Inevitabile il tris di interrogativi posti dal collega: “E se Alexander Muci
non avesse compiuto quel colossale errore?”.
Il Bellinzona, come precisato
anche da noi, ha largamente tenuto in pugno la gara nel secondo tempo. Senza le
due banali sviste (secondo e terzo gol, lasciamo pure perdere il rigore), la
partita sarebbe finita in parità. “Nel secondo tempo – fa ancora osservare l’Aargauer
Zeitung – i ticinesi si sono dimostrati migliori (abbiamo annotato anche
due grandi interventi di Hübel, ndr) , gli argoviesi sono stati zittiti, tre
minuti dopo il 3-1, nuovamente dal palo colpito da Pollero (il mediocre
direttore di gioco aveva accordato 5 minuti di recupero, se ne sono persi
almeno 10, ndr).
Insomma, il tema dominante
della partita è stata la fortuna, lo aveva chiaramente fatto osservare (a noi) anche
mister Frei (grande bomber rossocrociato!) prima di salire sul pullman del
ritorno.
Emblematico, e qui chiudiamo,
il titolo del foglio argoviese: “Das Glück ausgereizt”. Traduciamo, l’Aarau ha
sfruttato al meglio la fortuna. Un proverbio francese reca: “Quando la fortuna arriva, chiudila
in casa”.
Arriverà mai in casa ACB?