Pat
Cash ha 58 anni, l'australiano è attualmente un allenatore di
tennis, conquistò Wimbledon nel 1987. Era uno specialista dei campi
in erba, un interprete del “serve&volley”. Era veloce, agile
e coraggioso. L'impeto lo guidava all'attacco. Gli infortuni lo hanno
perseguitato e impedito di conseguire altri prestigiosi successi.
Aveva capelli lunghi e indossava la bandana. Somigliava e si muoveva
come un “pirata”. “Non mi dispiaceva, credo che fosse
anche per i miei atteggiamenti: ma sia chiaro se sono apparso in
certi frangenti è solo perché concentrato, giovane, voglioso di
vittorie”. Durante un soggiorno in Italia è stato intercettato
dal giornale “la Repubblica”. Sulla sua vittoria a Londra: “Ero
un ragazzino debuttante ma avevo il fuoco dentro. Ho ricordi che mi
tornano in mente con un misto di orgoglio, soddisfazione e sollievo”.
Dopo la vittoria fu il primo a scavalcare le tribune: “Vero.
L'ho fatto perché c'erano le persone per me più importanti. Tornavo
da un infortunio e volevo ringraziare i miei familiari e il mio
coach”. Protocollo rotto e reali stupefatti: “Mah, in quel
momento piangevo di gioia e ho pensato solo ai miei affetti. Non mi è
mai importato della Royal family. In Australia crediamo nella
Repubblica e nell'indipendenza”. Sul tennis moderno ha le idee
chiare. La finale del Roland Garros: “È stata una grande
partita. Diciamola tutta: questi match si basano su pochi punti
giocati duramente. Djokovic ha un servizio altalenante”. Sulla
fine del serve&volley: “Morto, l'hanno distrutto. Per farlo
al meglio devi essere veloce nel salire a rete e rapido nel tornare
indietro. Con le palline di oggi, pesanti e lente, è difficile
giocarlo”. Tornerà in voga?: “Non credo. È rischioso.
Presa la rete devi poi diventare il padrone di gioco. Si è esposti
ai colpi avversari. Ai miei tempi si giocava 30 minuti a rete e 30
sulla linea. Oggi si sta 5 minuti a rete e 40 dietro”. Sui suoi
avversari: “Wilander ed Edberg non sbagliavano mai. Poi, c'era
Boris Becker: era assurdo. Contro di lui potevi essere perfetto ma
perdevi lo stesso. Era sempre forte e potente”. Le sue
passioni: “Il mio tennis. Il gesto tecnico, mi hanno sempre dato
forti emozioni. Le stesse che trovo nella musica, quella degli Iron
Maiden e dei Led Zeppelin”.
Tennis
Pat Cash e la scomparsa della volée
L'australiano era uno specialista della discesa a rete