Tennis
Pat Cash e la scomparsa della volée
L'australiano era uno specialista della discesa a rete
Pubblicato il 16.08.2023 05:52
di Red.
Pat Cash ha 58 anni, l'australiano è attualmente un allenatore di tennis, conquistò Wimbledon nel 1987. Era uno specialista dei campi in erba, un interprete del “serve&volley”. Era veloce, agile e coraggioso. L'impeto lo guidava all'attacco. Gli infortuni lo hanno perseguitato e impedito di conseguire altri prestigiosi successi. Aveva capelli lunghi e indossava la bandana. Somigliava e si muoveva come un “pirata”. “Non mi dispiaceva, credo che fosse anche per i miei atteggiamenti: ma sia chiaro se sono apparso in certi frangenti è solo perché concentrato, giovane, voglioso di vittorie”. Durante un soggiorno in Italia è stato intercettato dal giornale “la Repubblica”. Sulla sua vittoria a Londra: “Ero un ragazzino debuttante ma avevo il fuoco dentro. Ho ricordi che mi tornano in mente con un misto di orgoglio, soddisfazione e sollievo”. Dopo la vittoria fu il primo a scavalcare le tribune: “Vero. L'ho fatto perché c'erano le persone per me più importanti. Tornavo da un infortunio e volevo ringraziare i miei familiari e il mio coach”. Protocollo rotto e reali stupefatti: “Mah, in quel momento piangevo di gioia e ho pensato solo ai miei affetti. Non mi è mai importato della Royal family. In Australia crediamo nella Repubblica e nell'indipendenza”. Sul tennis moderno ha le idee chiare. La finale del Roland Garros: “È stata una grande partita. Diciamola tutta: questi match si basano su pochi punti giocati duramente. Djokovic ha un servizio altalenante”. Sulla fine del serve&volley: “Morto, l'hanno distrutto. Per farlo al meglio devi essere veloce nel salire a rete e rapido nel tornare indietro. Con le palline di oggi, pesanti e lente, è difficile giocarlo”. Tornerà in voga?: “Non credo. È rischioso. Presa la rete devi poi diventare il padrone di gioco. Si è esposti ai colpi avversari. Ai miei tempi si giocava 30 minuti a rete e 30 sulla linea. Oggi si sta 5 minuti a rete e 40 dietro”. Sui suoi avversari: “Wilander ed Edberg non sbagliavano mai. Poi, c'era Boris Becker: era assurdo. Contro di lui potevi essere perfetto ma perdevi lo stesso. Era sempre forte e potente”. Le sue passioni: “Il mio tennis. Il gesto tecnico, mi hanno sempre dato forti emozioni. Le stesse che trovo nella musica, quella degli Iron Maiden e dei Led Zeppelin”.