La
partenza di Neymar segna la fine di un'epoca per il calcio europeo,
segue quella di Ronaldo e di Messi. Il brasiliano è un personaggio
divisivo. Un grandissimo talento calcistico, attratto dai soldi e
distratto dalla mondanità. Il contratto con gli arabi è senza
precedenti, riceverà una montagna di denaro, tuttavia pone fine
alla sua carriera in maniera logica e definitiva. Ha deciso di
mettere fine a ogni ambizione sportiva all'età di 31 anni. La mossa
si inquadra nelle scelte che hanno dettato il suo percorso
professionale: monetizzare e massimizzare i profitti. Si fa pagare
lautamente. I suoi spostamenti sono stati sempre da record. Pretende
una vita da superstar che va oltre ogni immaginazione. I sauditi gli
hanno concesso di tutto e di più: aereo privato; tenuta di oltre
mille metri quadrati e con parco privato; personale di servizio a
disposizione 24 ore su 24; un piccolo zoo con animali esotici. Perché
i dettagli molto spesso spiegano bene la realtà. Si sente un privilegiato
e non lo nasconde. È
un'icona planetaria. Gode di una popolarità sconfinata. Il
personaggio è stato costruito abilmente. Fa tendenza. Viene gestito
sfruttando le opportunità dello spirito del tempo.
Il
suo talento è immenso, ha vinto molto eppure è incompreso e
discusso. Ha vissuto di luce riflessa. Offuscato dal duo
Messi-Ronaldo.
Il racconto della sua carriera solo utilizzando numeri o cifre
minimizza la bellezza del suo stile, la fantasia dei suoi colpi, la
varietà tecnica del suo repertorio. Da un punto di vista prettamente
estetico tuttora non ha rivali. Le sue giocate sono impensabili.
Eppure la narrazione che si è imposta è quella di una carriera
sciupata. E questo non ha permesso di cogliere appieno tutte le sue
potenzialità. Le ragioni sono molteplici, riguardano i media, ma
anche le sue scelte discutibili dentro o fuori dal campo. Purtroppo.
Calcio
I privilegi di Neymar
Il brasiliano lascia l'Europa, una scelta che segna la sua carriera