Parla una campionessa
Il sogno dell’Olimpiade
Ajla Del Ponte non si pone limiti
Pubblicato il 26.03.2021 09:21
di Angelo Lungo
L’appuntamento con le Olimpiadi si approssima. La velocista svizzera e recente campionessa europea indoor sui 60 metri, intende farsi trovare pronta. Un obiettivo prestigioso e che segna una carriera intera.
 
Se ripensi ai recenti Europei?
“Mi sento fiera di quello che ho fatto. Della corsa in sé mi ricordo poco. Non dimenticherò mai l’urlo di una mia compagna ai 30 metri finali: una carica incredibile”.
 
Cosa rappresenta per te l’Atletica?
“È la regina degli sport. Le discipline sono accessibili a tutti, servono: un paio di scarpe e passione”.
 
Com’è una tua giornata-tipo?
“In questo periodo intensa. Quando faccio due allenamenti, mi sveglio presto, alle 9 sono già in pista. Poi mangio, mi riposo e studio. Svolgo il secondo allenamento impostato sul rafforzamento muscolare e quindi recupero con massaggi”.
 
Che cosa significa la parola “sacrificio”?
“È una parola che non mi piace molto, sembra che abbia un significato negativo. Tutti facciamo sacrifici nel lavoro, nello studio e nello sport. Io mi impegno, perché sono concentrata sui miei obiettivi. Ma mi offro delle concessioni”.
 
Curi l’alimentazione?
“Non seguo diete particolari e non mi affido a specialisti. Faccio attenzione, ho sempre cercato di mangiare bene. Mia madre è medico e ho avuto una buona educazione alimentare”.
 
Lo sport che preferisci?
“Sono un’appassionata di hockey, è una tradizione di famiglia. Sono una tifosa dell’Ambri”.
 
L’Atleta?
“La velocista americana Allyson Felix. L’ammiro e mi ispira. Ha condotto una grande battaglia per rivendicare i suoi diritti di sportiva professionista che voleva diventare mamma”.
 
Come trascorri il tempo libero?
Quando posso incontro gli amici. Mi rilasso guardando film di fantasia: “Star Wars”, “Il Signore degli Anelli”.
 
Ti piace leggere?
“È una passione che coincide con i miei studi. Sono iscritta all’Università e frequento la facoltà di Lettere e Storia. Ora sto leggendo un libro di Walter Otto: “Gli dei della Grecia”.
 
Riesci a conciliare sport e studio?
“Non è facile. Serve tanta motivazione. Talvolta mi manca andare in facoltà e la vita da studentessa”.
 
Quando sarà finita la tua carriera?
“Non ci penso ancora. Sono concentrata su quello che sto facendo. Studio per potermi garantire un futuro, ho dei progetti che poi vorrei realizzare”.
 
Che cosa sono i sogni?
“Ispirano la nostra vita, sono importanti, ci danno la carica per affrontare le nostre sfide. Come diceva Shakespeare: “Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello stesso spazio e nel tempo d’un sogno è raccolta la nostra breve vita”.
 
Recentemente è stata la giornata delle donne.
“Ora ho sentimenti contrastanti. Nell’atletica non noto differenze, come atlete siamo considerate, i colleghi uomini ci stimano e ci mettono sullo stesso piano. L’8 marzo ho trascorso un po’ di tempo sui social, leggendo alcuni commenti ho avuto l’impressione che forse nei nostri confronti servirebbe una maggior rispetto”.
 
Le Olimpiadi si avvicinano.
“Il pensiero della seconda partecipazione è entusiasmante. È l’obiettivo di una carriera intera. Già adesso provo emozioni indescrivibili. Voglio mettere tutta me stessa e dare il massimo”.