Il
Psg, in estate, ha dato inizio all'ennesima rivoluzione: fine
dell'era del magnifico trio e squadra affidata a un allenatore come
Luis Enrique. Lo spagnolo è arrivato a Parigi sentendosi “emozionato
“ e “fiducioso di costruire una grande squadra”. Risultato: una
falsa partenza, due pareggi, nonostante il reintegro di Mbappé. Il
gioco è prevedibile: tanti passaggi e pochi gol. Lo spagnolo ha
cominciato tra difficoltà, tante partenze e molti arrivi . Nella prima giornata, contro il Lorient, i parigini hanno
effettuato più di mille passaggi, un autentico record. Hanno avuto
un possesso palla quasi del 78%. Nella seconda è successo qualcosa
di simile. Una mole di gioco a cui corrisponde una preoccupante
sterilità offensiva. Luis Enrique non è preoccupato, è sicuro che
tutto è destinato a cambiare, poiché è solo l'inizio. La speranza
è affidata al ritorno del suo fuoriclasse e all'inserimento di
Dembélé. Due capaci di spaccare le partite. L'impressione è che il
Psg sia un cantiere aperto, la sua rosa conta 35 giocatori, solo i
portieri sono 5. Le cifre del mercato dicono che il club ha incassato
141 milioni di euro e speso 209 milioni. Ma restano ancora degli
investimenti da fare e non poteva essere altrimenti. Il prossimo
grande obiettivo è Randal Kolo Muani. Il nazionale francese, autore
del celebre uno contro uno contro Dibu Martinez nella finale di Qatar
2022, è uno degli attaccanti più richiesti. In
Germania fa la differenza in termini di gol e assist. E per lasciarlo
partire il suo club, l'Eintracht Francoforte, vuole tanti soldi. Si
vuole un nuovo trio delle meraviglie: Mbappé; Kolo Muani; Ramos.
Parlerà come sempre il campo, arriverà il momento della verità.
Bisognerà trovare la giusta alchimia. A Parigi niente “Uno per
tutti e tutti per uno”, ognuno gioca per sé, ci sono solo delle
individualità che si esaltano sporadicamente.
Calcio
I dubbi di Luis Enrique
Il Psg inizia la stagione con due pareggi, ma confida ancora nel mercato