La Spagna campione del mondo femminile era un risultato difficile da pronosticare. La spedizione è partita tra le difficoltà e con notevoli dissidi interni. C'èra stata un'autentica rivolta, capeggiata da ben 15 atlete. Il tecnico non godeva la fiducia delle sue giocatrici. Lo strappo è stato ricucito, ha vinto la progettualità. I contrasti personali sono stati riposti e le lotte private sono state accantonate. È arrivato un successo meritato, frutto di un lavoro lungo e portato avanti da anni. Tutto bene? Macché. L'esultanza è durata poco. Il motivo: Luis Rubiales, il presidente della Federcalcio, durante la premiazione, ha abbracciato la centrocampista Jennifer Hermoso, l'ha sollevata da terra, le ha detto qualche parola, l'ha baciata sulla bocca. La polemica è scoppiata virulenta, il caso è diventato nazionale. La storica vittoria è passata in secondo piano. Lo scontro è asperrimo. Rubiales non intende dimettersi, non considera il suo comportamento così grave, per lui è una manifestazione spontanea di affetto. Pedro Sanchez, primo ministro ad interim, è chiaro: “Il suo gesto è stato inaccettabile: le scuse non sono sufficienti. Mi aspetto altri passi per chiarire la vicenda”. Miguel Galan, presidente dell'Assoallenatori, lo considera: “Un atto sessista intollerabile”. Il portale “Relevo” rivela altri particolari: nel viaggio di ritorno Rubiales “ha pregato” Hermoso di pubblicare un video dove avrebbero spiegato assieme l'accaduto, ma quest'ultima si è rifiutata; la Federazione ha rilasciato un comunicato, contenevano delle dichiarazioni della calciatrice che non ha mai fatto. La vicenda è complessa: la classe politica, ma non solo, reclama le dimissioni del dirigente. È evidente: l'intero Paese è indignato e le immagini hanno fatto il giro del mondo. Rubiales, secondo le ultime notizie, non intende lasciare l'incarico. Ha convocato un'Assemblea straordinaria per spiegare quanto è avvenuto. Ma il Governo in carica è deciso: vuole il suo passo indietro. Peccato che le vicende sportive siano diventate un dettaglio.