CALCIO
Il prezzo è giusto per dare "due calci a un pallone"?
Lettera del Comitato Insema, che prende spunto da un articolo apparso sul Cdt
Pubblicato il 23.08.2023 15:34
di Red.
Il costo per “dare due calci a un pallone” ha guadagnato un posto in prima pagina sul Corriere del Ticino, cui riconosciamo il merito di aver sottolineato quanto sia difficile fare paragoni tra i diversi settori giovanili che hanno condizioni molto diverse tra loro.
Questo sia sul fronte del numero di attività, di allenatori, dell’equipaggiamento fornito o di obiettivi: in molti casi l’obiettivo è sociale, in altri è il cosiddetto calcio di élite. Giudicare se il “prezzo è giusto”, è complesso, ma siamo certi che ogni franco incassato dalle società è utilizzato in favore di allieve e allievi.
Il calcio giovanile si merita la prima pagina, anche per altri motivi. Sono centinaia i bambini che praticano questo sport, imparano a stare insieme, a conoscersi, a capirsi e a gestire i conflitti. Questo richiede impegno, tolleranza e rispetto. Il calcio è fatto di emozioni e le amicizie che si creano “dando due calci a un pallone” durano talvolta per una vita intera, l’esperienza vale più del risultato in campo.
Gli allenatori, noi preferiamo il termine “formatori”, insegnano il calcio, ma il vero obiettivo è quello di formare giovani capaci di interagire meglio con gli altri. In un mondo digitale sempre più intermediato da apparecchi elettronici, si tratta di una competenza che è sempre più difficile da acquisire.
Lo sport è una scuola di vita, dove tutti sono importanti. I compagni di squadra, gli avversari e gli arbitri, indispensabili per giocare e divertirsi. Gli spettatori, che a questo livello sono spesso i familiari, alimentano la passione degli allievi con il loro entusiasmo. Sono tutti di uguale valore e importanza. Le bambine e i bambini sognano, si divertono, lasciano e tornano al campo con il sorriso. Insegniamo che quando sono presenti educazione e rispetto, in campo e a bordo campo, non si esce mai sconfitti, quale che sia il risultato. Qualcuno obietterà che talvolta il calcio eccede nelle emozioni, ma anche questa è una lezione per i nostri ragazzi: si commettono errori. In questi casi se ne parla, si discute con loro, sapendo che solo sbagliando si impara e si migliora.
Visto dall’interno quanto ruota attorno ai settori giovanili è un piccolo miracolo, si organizzano attività per decine o centinaia di giovani tra i 5 e i 20 anni, si intrattengono relazioni con i loro famigliari, allenatori, con i Comuni che mettono a disposizione le infrastrutture e tanti altri attori. Siamo delle piccole aziende che vivono di volontariato, ma investiamo molto in formazione per i nostri educatori. Grazie all’aiuto della Federazione Ticinese di Calcio il risultato è anche di qualità.
La vittoria non è il risultato più importante: vedere ragazzi con difficoltà relazionali o fisiche, integrarsi nel gruppo, crescere insieme agli altri e migliorare le proprie capacità motorie ci rende felici. Il colore della maglia non importa, ringraziamo tutte le persone che, con incredibile entusiasmo, tempo e passione permettono a centinaia di giovani di fare sport e imparare a stare insieme (insema nel nostro caso).
“Dare due calci a un pallone” può sembrare caro, ma il risultato è impagabile e costa meno di una… playstation.
Sportivi saluti a tutti i giovani che praticano sport, vivete i vostri sogni e continuate a divertirvi, siete la nostra gioia e ci mantenete giovani con voi. Meritate sempre la prima pagina, almeno nei nostri cuori". 
Comitato Raggruppamento Allievi Insema
(Nella foto, un momento della giornata di ieri, in cui era presente anche il capitano del FC Lugano Jonathan Sabbatini)