Il
caso Rubiales è stato oggetto di dibattito anche al sorteggio Champions e al
seguente gala dell'Uefa. La sospensione della Fifa non ha smorzato i
toni e la polemica continua. Il calcio femminile non si arrende, vuole continuare la sua battaglia. Ritiene
troppo grave quello che è successo a Sydney. Non intende
dimenticare, anzi rilancia la discussione. La cerimonia di
premiazione del massimo organismo continentale (Luis Rubiales è uno
dei vicepresidenti) è stata l'occasione per porre nuove
rivendicazioni. La calciatrice spagnola Aitana Bonmati,
giudicata la migliore dell'anno, ha confessato: “Non sono tempi
molto buoni per il calcio spagnolo. Abbiamo appena vinto il Mondiale
ma non se ne parla molto perché sono successe cose che non vorrei
lasciar perdere”. Parole forti: “Come società non
possiamo permettere abusi di potere in un rapporto di lavoro, così
come la mancanza di rispetto. Voglio ricordare Jenni e tutte le donne
che stanno attraversando la stessa cosa: noi siamo con voi”.
Sarina Wiegman, premiata come miglior tecnico della stagione,
ha usato medesimi toni: “Quello che è successo nella squadra
spagnola mi ha fatto molto male, sono ferita come allenatrice e come
madre di due figlie. Meritano di festeggiare e meritano di essere
ascoltate”. Festa a metà, l'argomento che ha tenuto banco è
stato il gesto compiuto dal massimo dirigente della Federazione
spagnola. Ne parla il mondo e ancora una soluzione, almeno
nell'immediato, non è arrivata. Pure Infantino ha espresso la sua
opinione: “La meritata
celebrazione di questi magnifici campioni è stata funestata da
quanto accaduto dopo il fischio finale”. La Spagna teme
il danno di immagine, vuole organizzare il Mondiale del 2030. La
priorità è proporre una candidatura seria e credibile. E Rubiales è
un intralcio di non poco conto e l'incertezza non aiuta a chiudere
una vicenda di cui discute tutto il mondo.
Calcio
"Ferita come allenatrice e madre di due figlie"
L'Uefa premia i migliori dell'anno ma a tenere banco è il caso Rubiales