CALCIO
La pazza giornata di Zugo
Prima sconfitta per il Locarno: quattro espulsi, allenatore e presidente a rischio squalifica!
Pubblicato il 05.09.2023 08:07
di L.S.
Una giornata, quella di Zugo, che a Locarno non dimenticheranno tanto facilmente.
Sconfitta per 1 a 0 e ben quattro espulsi! Cose che (fortunatamente) non si vedono tutti i giorni.
A rischio squalifica anche l’allenatore Remy Frigomosca e il presidente Mauro Cavalli (nella foto).
È successo un po’ di tutto, dentro e fuori dal campo. Difficile, come sempre in questi casi, ricostruire l’accaduto.
Il presidente delle bianche casacche Cavalli però ci racconta la sua versione dei fatti.
Presidente, partiamo dalle quattro espulsioni. Erano giuste?
“Diciamo che mi sono apparse un po’ severe, ma alla fine ci potevano anche stare: due sono stati rossi diretti (Berzati e Ziccardi), le altre due doppi gialli (Borghese e Facchinetti)”.
Alla fine però vi siete lamentati con l’arbitro: come mai?
“A dare fastidio è stato soprattutto il suo atteggiamento, il suo modo di comunicare. Parlava in inglese con Frigomosca in panchina, si figuri un po’…”.
A fine partita cos’è successo: il rapporto dell’arbitro dice che “l’allenatore lo avrebbe avvicinato con un comportamento minaccioso, mentre lei presidente avrebbe dato un calcio o un pugno alla porta”.
“Non è proprio andata così. Frigomosca ha soltanto detto all’arbitro che ha arbitrato in maniera scandalosa: credo che si possa dire una cosa del genere o no? Soprattutto dopo una direzione di gara come quella a cui abbiamo assistito…”.
E il suo colpo alla porta?
“Né un calcio, né un pugno. Una semplice manata, di frustrazione. Volevo parlare con l’arbitro ma c’erano sette o otto steward che me lo impedivano in maniera piuttosto violenta. Non mi sono mai avvicinato al direttore di gara, e quando lui ha chiuso la porta mi sono lasciato andare a quel gesto di stizza. Ammetto, ero un po’ su di giri, ma non ho mai avuto intenzione di colpire qualcuno. Non l’ho mai fatto e mai lo farò in tutta la mia vita”.
Insomma, le ha dato fastidio l’atteggiamento del giovane arbitro svizzero romando:
“Sì, si è comportato in maniera arrogante, evitando qualunque tipo di dialogo”.
L’arbitro ha scritto nel suo rapporto che Lei si sarebbe arrecato nello spogliatoio manifestando in maniera aggressiva il suo disappunto:
“È falso, non ho mai varcato la linea dello spogliatoio, anche perché, come ho già detto, c’erano quegli steward che comunque me lo avrebbero impedito”.
In un primo momento avevate inoltrato protesto, che però avete già ritirato: è vero?
“Sì, penso che alla fine non ne valga la pena. Ho comunque scritto alla Seconda Lega Interregionale, spiegando le mie ragioni e ciò che è successo, e dicendo che l’arbitro a fine partita, proprio per ciò che è accaduto durante i novanta minuti, non era sereno. Ho anche avvisato che se dovessero continuare con queste menzogne nei miei confronti sarei pronto ad adire le vie legali. Non accetto queste insinuazioni nei confronti della mia persona”.
Alla fine di tutto è arrivata anche la polizia: come mai?
“Qualcuno ha segnalato la presenza di alcuni nostri tifosi che hanno acceso un petardo prima di ripartire verso il Ticino. Ma non è successo assolutamente nulla di grave, il clima ormai era tranquillissimo e alla buvette stavamo parlando con tifosi e dirigenti dello Zugo, con cui abbiamo sempre mantenuto un clima più che cordiale. La polizia è arrivata e se l’è presa anche con me, che stavo cercando di dare una risposta a quello che stava succedendo. Alla fine mi hanno pure detto che siamo dei “cattivi perdenti…”.
Adesso non resta che aspettare, presumibilmente nelle prossime ore, le squalifiche a giocatori, allenatore e presidente. Poi, forse, questa storia, si arricchirà di un altro capitolo.