CALCIO
Nuovo ‘impianto di risalita’ al Riva IV
Damiano Meroni ha coronato il sogno di una vita, allenare il Chiasso: “L’impatto è stato emozionante"
Pubblicato il 07.09.2023 06:29
di Enrico Lafranchi
Apriamo con la bella notizia che il Chiasso è rinato sulla scena del calcio regionale. Un’altra vita per la società, un vecchio amore per Damiano Meroni che rappresenta molto bene la realtà della squadra cittadina costretta a ripartire da quel calcio che per anni e anni abbiamo ‘riconosciuto’ come “Calcio Minore”, mancando, se vogliamo, rispetto alle centinaia di ragazzi, uomini e ragazze che lo praticano con comprensibile entusiasmo. Un’enorme soddisfazione per coloro che si sono adoperati nel fare ‘gustare’ al popolo momò un momento come questo, sicuramente ‘esaltante’ a dispetto della categoria in cui gioca ora la ‘squadra del cuore’ che, tra gli altri, fu di grandi giocatori come Puci Riva, Francesco Chiesa, Caio Nessi e di presidenti molto amati come Luciano Pagani, Ernesto Parli, Bruno Bernasconi.
Ne vogliamo parlare, del Chiasso 2023-24, con ‘Mero’ al quale i colori rosso e blu sono sempre stati tremendamente a cuore.
Damiano, come è stato il suo impatto con una realtà come questa, positiva e nel contempo amara?
“Da parte mia sicuramente tranquillo in quanto c’era da ripartire da zero a livello tecnico. Di conseguenza si è dovuto dare delle direttive, in accordo con il comitato, su cosa fare, come organizzarsi, come gestire le infrastrutture, con quale periodicità lavorare e tante altre cose”.
E per la squadra?
“Beh, la squadra lo ha inizialmente ‘subìto’. Ora, dopo nove settimane, lo sta smaltendo nel migliore dei modi. È un impatto di interesse generale che coinvolge sempre più, anche durante la settimana, i tifosi che seguono gli allenamenti e le gare ‘amichevoli’ alle quali partecipano più di 200 spettatori. Per non dire degli oltre mille alla prima di campionato”.
Grande emozione, grande attaccamento:
“Qualcuno l’ha vissuta subito, penso ai dieci ragazzi nati tra il 2004 e il 2006. Non da ultimo essere seguiti quasi quotidianamente dai Social è sicuramente qualcosa di ‘moderno’, ed emotivamente forte, per l’ultima categoria del calcio regionale. Nell’epoca attuale sembra una cosa di cui non si possa fare a meno, bisognerà farci l’abitudine, magari con il rischio di diventare noiosi… (ride, ndr).
Un lavoro in profondità:
“A livello societario, da neofiti, finora si è lavorato bene, con impegno e dedizione. L’importante, come in tutte le cose, è avere costanza”.
È risaputo che lei ha sempre sognato di poter un giorno sedersi sulla panca del Comunale: ‘meglio tardi che mai’ o vale il detto: ‘C’è sempre un domani’?
“Sono due fattori che si sono ‘incrociati’ casualmente: il Chiasso che cercava un allenatore dopo il fallimento – non dal nome di grido od esotico vista la categoria – e il sottoscritto che dopo quattro anni aveva chiuso un bellissimo ciclo nel Luganese (con il Taverne, ndr). La conseguenza? Eccoci qui!”.
Il ‘suo’ Chiasso è tale da poter fare ‘sfracelli’ sull’esempio del Bellinzona quando ripartì dalla Seconda Regionale, o al momento è ‘solo’ una squadra di Quarta Lega?
“Il Chiasso non ha niente da vedere con il Bellinzona, squadra strutturata in tutti i sensi (come pure il Locarno, ndr) per vincere. Noi non siamo una compagine, come dice lei, da sfracelli ma più modestamente una squadra competitiva per la categoria. Che dovrà sudarsi sul campo i tre punti con la speranza che riesca sempre a giocarsi le parti alte della classifica. Questo potrà accadere se la ‘vecchia guardia’ continuerà a essere presente e partecipe. La ‘linea verde’ dovrà crescere e migliorare senza che si senti già arrivata dopo un mese di discreti risultati”.
I 1000 tifosi accorsi al vostro debutto in campionato che cosa significano per lei?
“Qualcosa sicuramente di inaspettato, pensavo che alla ‘prima’ avremmo registrato al massimo un’affluenza di 400-500 spettatori. Già una bella ‘cifra’, considerato l’interesse che si era creato nelle amichevoli e in occasione della presentazione della nuova ‘maglia’ in piazza. Il fatto che così tante persone abbiano ripreso la via del Riva IV naturalmente ci ha fatto enormemente piacere. Sarà tuttavia difficile mantenere questi ‘numeri’, sono però convinto che la squadra avrà sempre un bel seguito di tifosi”. In rapporto all’ultimo Chiasso, quello dell’’acido’ fallimento da cui i tifosi si erano allontanati sempre di più fino a disertare lo stadio nonostante l’entrata gratuita, questa ‘rinascita’ ha un sapore schietto e spontaneo. Qualcosa di ‘genuino’,  c’era un gran bisogno di questo amore della città, anzi di tutto il Territorio:
“Il risultato l’abbiamo visto dalla prima partita, la città ha risposto presente, il comitato (presidente dell’Associazione è l’avvocato Marco Armati, ndr) sta studiando di portare oltre al calcio altri eventi in modo da creare aggregazione e unione anche tra coloro che non hanno un diretto interesse per il calcio: c’è l’impegno di dare vita a una piazza rossoblù’, dentro il Riva IV e anche fuori”. 
Sì, c’è l’ammirevole volontà di tornare a esserci a Chiasso. L’impianto di risalita è stato messo in funzione con successo. La ‘scalata’ sarà lunga e ardua, ma è bello immaginarla continua e costante visto che si sono poste delle basi chiare e solide.