Calcio
Perché se Shaqiri segnerà non esulterà
Una spiegazione è possibile per cercare di capire una simile scelta
Pubblicato il 09.09.2023 03:34
di Aristide Lorenzi
Il calcio è un rito laico, ha un cerimoniale che deve essere rispettato, i suoi protocolli hanno una valenza granitica. Ha attratto un diluvio di denaro: rappresenta la modernità, ma non la insegue, la precede. La sua popolarità planetaria non è affatto sottovalutata. È capace di veicolare significati in maniera sintetica e senza astruserie. Ha una forza intrinseca e ancestrale, in grado di sfidare e resistere al tempo. Shaqiri ha 31 anni, la maggior parte della sua vita l'ha trascorsa in Svizzera. Ma è stato chiaro: “Se dovessi segnare non esulterò”. Perché? Una spiegazione è possibile, si possono scomodare categorie importanti: nazione; identità; radici. Si tratta di tematiche su cui storici, sociologi, politologi hanno scritto numerosi libri. Il francese Renan sosteneva che la nazione: “È un principio spirituale. E serve un plebiscito di tutti i giorni”. La definizione di Stato è precisa, non ammette discussioni. Nazione indica una comunità, persone che sentono di avere in comune usi, costumi, valori. È un elemento di coesione interna e che differenzia rispetto all'esterno. E forma un'identità. Le persone si ritengono simili e si integrano, tentano di instaurare un legame sociale. E poi ci sono le radici, l'attaccamento alla terra. L'individuo pensa di trovare autenticità e purezza. Quando scende in campo la Nazionale, quest'ultima rappresenta un simulacro. Altro che gioco: l'inno che deve essere cantato con sentimento; colori da portare con orgoglio. La resa non è consentita, lo spirito di sacrificio deve andare oltre le proprie possibilità. La dichiarazione di Shaqiri è preventiva e astuta. I gesti nella società dello spettacolo sono amplificati oltre misura: vanno misurati e calibrati. Il calciatore sa che la mancata esultanza in Svizzera sarebbe tollerata anche se non compresa, ma i tifosi della sua terra d'origine non lo accetterebbero. E deve contenersi, depotenziare il sentimento.