OFFSIDE
Una situazione esplosiva
Il pareggio con il Kosovo, le parole di Xhaka, il gesto di Shaqiri: qualcosa in nazionale non va
Pubblicato il 10.09.2023 10:47
di L.S.
“Ci siamo allenati male durante tutta la settimana e il risultato con il Kosovo non deve sorprendere. Colpa dei giocatori e dell’allenatore”.
Parole di Granit Xhaka dopo il pareggio di ieri sera tra Svizzera e Kosovo, con i rossocrociati raggiunti da un gol in piena zona Cesarini dopo una partita tutt’altro che esaltante.
Dichiarazioni che hanno colpito, come una sassata in faccia, anche l’allenatore Murat Yakin, che se proprio ha una colpa, è quella di aver lasciato in campo Xhaka (e Shaqiri) per tutta la partita (o quasi). Dimostrando una insospettabile mancanza di coraggio.
Una sfida che per questi due giocatori era speciale, come tutti sapevamo e temevamo. E le loro prestazioni sono lì da vedere. Anonime. Deludenti.
Lasciamo stare Shaqiri che si mette la mano sul cuore durante l’inno kossovaro (foto) o Xhaka, che ricambia continuamente gli applausi del pubblico nel pre-partita, più di qualsiasi giocatore della squadra di casa. E anche il fatto che a fine gara tutti appaiano sorridenti e felici. In fondo non li condanniamo per questo, anche perché è difficile capire quali emozioni stiano veramente provando. 
Una cosa però è certa: alla vigilia di questo tipo di partite, scatta sempre l'allarme. Sono cose che si sanno, sono situazioni che si sono già vissute, ma che purtroppo sembrano non aver insegnato nulla. O quasi.
Dopo i fatti registrati durante i Mondiali del 2018 e del 2022, sempre contro quella Serbia che a questi giocatori regala invece stimoli altissimi, adesso questi attacchi a compagni e allenatore, che ovviamente creano dissapori all’interno di uno spogliatoio che non può non risentirne.
Yakin non è contento e forse farebbe a meno anche di Xhaka, senza il quale, meglio ribadirlo, ci eravamo comunque qualificati per i Mondiali. La Federazione cosa fa? Per il momento traccheggia, non osa prendere una posizione e cerca di gestire politicamente una situazione che a questo punto è diventata scomoda un po' per tutti.
Intanto tra due giorni si gioca di nuovo: per fortuna contro Andorra. Si vincerà, si resterà in testa al girone e ci si avvicinerà a quella qualificazione che è scontata, in un gruppo di squadre a dir poco mediocri.
Con la consapevolezza, purtroppo, che se non si prenderà subito in mano la situazione, prima o poi questa esploderà. Con il rischio che si facciano male in tanti.