Il
Kosovo è uno stato indipendente dal 2008. Al 2021 è riconosciuto da
101 Stati membri dell'Onu sui 193 totali. La Romania è uno dei
cinque Paesi dell'Unione Europea che non riconosce la sua autonomia
statuale (gli altri sono Cipro, Grecia, Slovacchia e Spagna). La
Svizzera lo riconobbe nel 2008, fu tra le prime a stabilire relazioni
diplomatiche. La Corte internazionale di giustizia sostiene che la
dichiarazione d'indipendenza non ha violato né il diritto
internazionale né nessuna risoluzione dell'Onu. Il calcio non è
semplicemente uno sport ma una formidabile cassa di risonanza. Lo
scontro politico è emerso durante la partita Romania-Kosovo. E le
premesse c'erano tutte. La tensione era messa in preventivo. Si
giocava il minuto 15 e l'arbitro francese Willy Delajod ha interrotto
la gara, riscontrando: “il comportamento discriminatorio dei
tifosi”. Si riferiva ai tifosi locali, gli ultras quindi solo
una parte, che cantavano: “Il Kosovo è Serbia”. Affisso
nello stadio c'era pure uno striscione che diceva: “La Moldavia
è Romania”. Durante l'inno del Kosovo, i tifosi più radicali
avrebbero intonato il coro “Serbia, Serbia”. La partita è
stata sospesa per 50 minuti. Lo speaker ha lanciato ben 5
avvertimenti sul tenore: “Smettetela di cantare i nomi dei
nostri vicini. È l'ultimo avvertimento. Altrimenti l'incontro verrà
sospeso definitivamente”. La maggioranza del pubblico ha
reagito, fischiando e invitando gli ultras ad abbandonare il campo.
Parafrasando un famoso stratega militare: “il calcio è la
continuazione delle rivendicazioni nazionali con altri mezzi”.
Calcio
Romania-Kosovo sospesa
L'arbitro ha deciso di interrompere la partita per oltre 50' minuti