CALCIO
Camolese, allenatore gentiluomo: "Potevo andare al Lugano"
L'ex Mister del Chiasso parla della sua avventura in Ticino e delle qualificazioni mondiali con la lotta fra Svizzera e Italia
Pubblicato il 30.03.2021 11:56
di Carlo Scolozzi
Allenatore gentiluomo, il buon Giancarlo Camolese non si sbraccia da bordo campo, ma insegna dagli scranni scolastici ("Tengo tre corsi sulle scienze motorie all'università e sono docente a Coverciano"). Per parlare di pallone, dal Chiasso alle qualificazioni mondiali è però l'interlocutore perfetto.
Mister, che ricordi ha dell'esperienza in rossoblù?
"Positivi. Fu davvero una bella esperienza per il sottoscritto. Venni al Chiasso per Fabio Galante, che era direttore sportivo. Dovevo confrontarmi con un calcio per me diverso e conoscere velocemente tanti giocatori nuovi. Alla fine, con grande soddisfazione, raggiungemmo un settimo posto che era tanta roba. Negli anni seguenti, infatti, al Chiasso capitò di salvarsi all'ultima giornata".
Il livello della Challenge League di allora come lo giudica?
"Pur essendo una Serie B si trattava di un campionato di buon livello. C'era molto agonismo e il calcio veniva interpretato con meno tatticismi, ricordo partite molto aperte. Mi sono adattato in fretta".
Nella conferenza di presentazione disse di essere uno Zeman più duttile.
"Ma no, io e lui siamo due allenatori differenti. Lo citai perché in quel periodo allenava il Lugano, a pochi chilometri da Chiasso, però Zdenek fa il 4-3-3, mentre io mi adatto ai calciatori che ho a disposizione". 
A Chiasso ha avuto delle belle gratificazioni.
"Beh, alcuni ragazzi di quel Chiasso hanno fatto strada. Potrei fare il nome di Golemic. Io e Galante andammo a prenderlo a gennaio e in seguito ha fatto un'ottima carriera e gioca in Serie A nel Crotone. Si tratta di un ragazzo intelligente, che a Chiasso ha saputo aspettare il suo momento e poi è sempre migliorato".
Lei ha un piccolo scoop postdatato.
"Sarei potuto andare al Lugano, c'era una mezza idea. Non erano implicati dei procuratori, era una trattativa pulita. Tempo dopo ho saputo che non mi presero perché ero considerato ingestibile. Peccato, sarebbe stata una bella occasione, sarei arrivato a Cornaredo assieme ai miei tre ex giocatori Golemic, Mihajlovic e Rouiller. Sarebbe stata una conseguenza logica, li avrei seguiti volentieri. La vita, però, va avanti lo stesso, ma mi diede fastidio la motivazione, anche se in fondo mi hanno fatto un complimento: se per gestibile intendevano un allenatore che si fa fare le formazioni da altri...".
Mister segue ancora la Challenge League?
"Mi è capitato di informarmi dopo il mio addio a Chiasso. Ricordo che sbarcai in quel torneo a ottobre (era il 2015-2016) quindi alla fine della prima di metà campionato, quando in Italia si è invece in piena stagione. L'inizio fu difficile, dovevo capire che era un torneo diverso, che i giocatori in quel periodo erano già stanchi. Grazie al ritiro di metà stagione li conobbi meglio e mi calai nella mentalità giusta, l'importante è quello. Poi dei miei ex ragazzi ho seguito l'evoluzione della loro carriera".
Dal Chiasso e il Lugano alle nazionali di Svizzera e Italia, avversarie nelle qualificazioni al Mondiale 2022 in Qatar.
"Comincio col dire che gli scontri diretti faranno sì la differenza, ma nel frattempo non bisognerà lasciare punti per strada con Lituania, Bulgaria e Irlanda del Nord. Infatti nazionali disorganizzate non ce ne sono, i selezionatori delle varie rappresentative si informano. Oltre a vincere le partite con le altre, Italia e Svizzera dovranno cercare di farlo bene. A cosa mi riferisco? Alla differenza reti (che oggi è quasi uguale, +4 per gli azzurri e +3 per i rossocrociati). Dagli scontri diretti potrà uscire di tutto. La mia posizione? Per quanti buoni ricordi abbia della Svizzerà tiferò per l'Italia e mi auguro che sarà la favorita contro la squadra di Petkovic. Una selezione che assomiglia a quella azzurra: in entrambe cambiano gli interpreti ma non cambia il risultato, nel senso che rimangono competitive. L'Italia è bella e tecnica, la Svizzera non è da meno: sarà una bella lotta fra di loro. Ma ribadisco il concetto: prima di pensare agli scontri diretti, entrambe devono cercare di raccogliere il massimo contro le altre nazionali del girone".