HOCKEY
A rischio il futuro degli Ultras?
Le società tendono a ridurre i loro spazi: intanto ad Ambrì continua la polemica sui prezzi
Pubblicato il 18.09.2023 13:02
di Marco Maffioletti
Ad Ambrì, tra la frangia più calorosa del pubblico, continua a tenere banco la politica dei prezzi attuati dal club biancoblù. La GBB, oltre ad esporre alcuni striscioni (molto civili) a tal proposito, ha deciso di attuare due piccoli “scioperi” all’inizio del secondo tempo della partita casalinga e pure in quel di Kloten, durante la prima trasferta. Qualche minuto di silenzio, magari un tentativo d’indurre le alte sfere alla riflessione. Ma non è finita qui, i tifosi leventinesi hanno cominciato a raccogliere firme da poi consegnare alla dirigenza. Lo hanno fatto alla pista, ma non solo, pure sui treni speciali che portano comodamente i tifosi alla Gottardo Arena. La richiesta? Diminuire i prezzi del settore riservato agli ospiti. Un settore rimasto praticamente vuoto venerdì sera. I tifosi del Rapperswil hanno in effetti boicottato la trasferta a causa dei prezzi troppo alti. La stessa cosa dovrebbe ripetersi domani con quelli del Friborgo. È innegabile, il trend negli ultimi anni è ormai delineato in quasi tutte le piste. Si tende a voler diminuire l’afflusso dei tifosi avversari. Tanti settori ospiti sono stati rimpiccioliti all’osso. I motivi? Creare più posti a sedere per i propri tifosi, poter vendere il seggiolino a un prezzo maggiore. Inoltre spesso i vari settori ospiti, specialmente in settimana e a dipendenza della distanza, non sono pieni. Last but not least, facendo in questo modo si diminuiscono pure i costi legati alla sicurezza. Diversi club inoltre richiedono pure il documento d’identità per permettere l’accesso al settore ospite. Misura questa che fa storcere parecchio il naso agli ultras, i quali sovente rinunciano ad affrontare queste trasferte. Insomma non è un problema di semplice soluzione: il movimento Ultras, con i suoi canti, bandiere e coreografie, è parte integrante della cultura nelle piste. D’altro canto i club devono badare alle finanze, le spese sono tante e cercano logicamente e giustamente di monetizzare il più possibile. La speranza e dunque che si riesca a trovare un filo, rispettivamente una soluzione, comune che possa accontentare le due parti in causa. Sarebbe un peccato dover rinunciare alla colorata presenza dei fans più calorosi. Inoltre, pur se a volte qualche piccola scaramuccia inevitabilmente ci scappa, negli ultimi decenni l’hockey elvetico è una piccola oasi di felicità e calma. In fin dei conti di problemi ce ne sono pochissimi rispetto ad esempio a quello che avviene nel mondo calcistico svizzero. Forse l’aspetto più importante che i dirigenti di tutta la Svizzera non si devono dimenticare è il seguente: I bambini, che rappresentano i futuri potenziali tifosi e dunque clienti, si avvicinano spesso proprio all’hockey e a una squadra incuriositi e attratti dalla curva, dai suoi colori e dai canti. Una sorta di Luna Park. Se non si vuole correre il rischio di ritrovarsi tra 30 o 40 anni con delle comode tribune però desolatamente semi deserte e con un’età media attorno ai 70 anni, è forse meglio pensare a preservare il movimento degli Ultras, pur se ciò magari comprende qualche sacrificio concernente le finanze attuali.
(Foto Putzu)