Il
racconto del Gran Premio di Singapore, vinto da Carlos Sainz su
Ferrari, ha messo in evidenza la tattica del pilota spagnolo della
Rossa il quale, facendo avvicinare l'inseguitore Lando Norris, ha
consentito a quest'ultimo di aprire il DRS (acronimo di Drag
Reduction System, vale
a dire riduzione della resistenza aerodinamica), strumento a
disposizione dei piloti il quale, mediante l'apertura di una paratia
posta sull'alettone posteriore, riduce il carico aerodinamico
aumentando la velocità di punta, allo scopo di agevolare i sorpassi.
"Agevolare", ovviamente, non vuol dire "garantire":
perché, grazie a una maggiore velocità di punta, puoi provare a
uscire dalla scia di chi ti precede e affiancarti in rettilineo, ma
non sempre riuscirai ad avere ragione dell'avversario in quello
spazio, soprattutto se la differenza di prestazioni non fosse così
schiacciante. Il sorpasso è, sovente, frutto di manovre prima di una
curva: la staccata dopo l'altro concorrente, la scelta della migliore
traiettoria, le condizioni della vettura dal punto di vista meccanico
e delle gomme e, ovviamente, la classe e il coraggio del pilota.
Secondo chi scrive, il gesto tecnico del sorpasso è l'essenza dello
sport automobilistico, dalla Formula 1 alle gare di automobiline a
pedali: ma è solo un'opinione personale, ovviamente. Il
DRS può essere usato sempre? No. I piloti sono liberi di
utilizzarlo, in prova o in corsa, solo all’interno delle zone DRS
designate
dalla direzione del circuito. Durante le prove libere e le qualifiche
non esistono vincoli, mentre nel corso della gara il dispositivo
potrà essere usato solamente quando l'inseguitore si trova a meno di
un secondo da chi precede, una volta a giro, a partire dalla seconda
tornata. Questa distanza temporale viene misurata in appositi punti
di rilevamento. Quando si verificano le condizioni, la direzione di
gara si occuperà di avvisare chi insegue con un segnale sonoro e una
luce sul cruscotto della monoposto. Solo a quel punto il pilota potrà
azionare l’ala mobile, la quale si disinserisce automaticamente
quando il pilota frena, o solleva il piede dall'acceleratore, oppure
manualmente. La direzione di corsa potrà sospenderne l'utilizzo, in
caso di condizioni climatiche particolari o per la presenza di
bandiere gialle nella DRS
zone. Più
specificamente, l'effetto del DRS è legato alla deportanza. Questa
forza aerodinamica, legata alla forma del telaio delle monoposto, dal
disegno di spoiler, alettoni e altri elementi, rappresenta la forza
verticale verso il basso che si genera attraverso il passaggio
dell’aria, la quale scorre sopra e sotto il veicolo. Il suo aumento
(e le prestazioni che ne derivano) dipendono dagli elementi sopra
citati, i quali generano appunto flussi d'aria, importanti per
bilanciare le forse aerodinamiche su tutte e quatto le ruote delle
monoposto, garantendo una maggiore guidabilità e una minore usura
delle gomme. Se è vero che questo fenomeno fisico è prezioso perché
genera un maggiore grip a terra, consentendo di avere una maggiore
velocità in curva, sui rettilinei aumenta al contrario la
resistenza, facendo perdere qualcosa in termini di velocità massima.
In soldoni, l'attivazione del DRS (un'aletta che si alza di circa 50
mm in orizzontale, nella parte posteriore della vettura) diminuisce
il carico aerodinamico alla monoposto, regalando alla medesima circa
10-15 Km/h nella velocità di punta. Nelle qualifiche, per dire,
significa girare più o meno mezzo secondo a giro in meno: non
proprio una bazzecola, diciamo. Ovviamente, il dispositivo aiuta di
più chi già ha indovinato la macchina dal punto di vista
aerodinamico: ed è un fatto oggettivo che, pur essendo qualcosa che
rende più facili e frequenti i sorpassi, possa di fatto supportare
maggiormente chi già ha un vantaggio ottenuto in fase di
progettazione della monoposto. Da lì, le spinte per limitarne
l'utilizzo, ovviamente con la giusta motivazione ufficiale di non
abbassare la sicurezza in pista, ma con l'obiettivo più prosaico di
non dare, a chi già va più forte degli altri, un ulteriore
vantaggio. Ciò detto, domenica, a Singapore, Lando Norris, pur
aprendo il DRS, non è riuscito a superare Carlos Sainz perché, come
scritto sopra, il solo aumento della velocità di punta non basta a
effettuare la manovra: servono anche gomme che ti consentano di
frenare più tardi di chi ti precede, la giusta posizione in pista
per sopravanzarlo, non facile da assumere quando hai, a tua volta,
due avversari che ti tallonano. Se da secondo devi guardare gli
specchietti, difficilmente potrai prenderti anche la testa della
corsa. Carlos Sainz queste cose le sapeva, e si è comportato di
conseguenza, ricevendo pure i ringraziamenti di Lando Norris a fine
gara, conscio di dover un pezzetto del suo secondo posto al pilota
figlio d'arte, dal momento questo accorgimento da parte dello
spagnolo gli ha consentito di resistere meglio agli attacchi del
connazionale George Russel su Mercedes. Il quale, anche per la
frustrazione, a pochi chilometri dalla bandiera a scacchi ha urtato
un muretto, uscendo di posta e perdendo terzo posto e podio. Ma avrà
tempo, in futuro, di rifarsi.
Formula uno

Il sorpasso è l'essenza dell'automobilismo: il ruolo del DRS
Una riflessione a margine del Gran Premio di Singapore