CALCIO
Capitano, o mio capitano
Sabbatini, Xhaka e adesso Tosetti: tre giocatori con la fascia che hanno fatto discutere
Pubblicato il 19.09.2023 09:00
di L.S.
Prima è stato Jonathan Sabbatini, poi Granit Xhaka e in questi ultimi giorni è toccato a Matteo Tosetti.
Tre critiche al gioco, agli allenamenti e, più o meno indirettamente, agli allenatori. E un denominatore comune: tre capitani.
Sì, tre voci importanti, pesanti, che sono uscite in maniera stentorea e forse inattesa, e che hanno fatto scalpore. Come non accade spesso nell’ovattato mondo calcistico, dove la banalità e le frasi fatte, sono all’ordine del giorno.
Sabbatini, dopo la sconfitta nella gara di ritorno con il St. Gilloise, disse senza peli sulla lingua, che il suo Lugano aveva impostato male la partita.
Xhaka, dopo il pareggio in Kosovo della nostra nazionale, dichiarò che la squadra, nei giorni precedenti la partita, si era allenata a ritmi bassi e con poca intensità. E che il deludente pareggio era frutto di quegli allenamenti troppo blandi.
Pochi giorni fa invece, a Bellinzona, Matteo Tosetti ha avuto momenti di tensione (come confermato da lui stesso a Teleticino) con il suo allenatore Chieffo: anche qui, si parla di malumori ed esternazioni riguardanti gli allenamenti.
Mattia Croci-Torti, dopo le parole di Sabbatini, aveva voluto parlargli per cercare di capire il perché di quell’uscita. Un chiarimento schietto, tra uomini che hanno dato tanto al Lugano e che in fondo, sono anche la fortuna del club bianconero. Alla fine, si è arrivati a una “pace” piuttosto agevole e la panchina di Sabbatini qualche giorno dopo a Lucerna, unitamente ad altri sette compagni considerati “titolari”, non fu certo una punizione.
In Nazionale il caso fu più eclatante e coinvolse, oltre all’allenatore, anche la Federazione. Tami cercò di mediare, anche perché pochi giorni dopo si doveva giocare contro Andorra (Xhaka giocò e segnò), ma è chiaro che qualcosa, dietro le quinte, dovrà ancora essere fatto. Anche perché sia Xhaka che Shaqiri, da tempo, sono figure ingombranti della nostra nazionali.
Tosetti invece, dopo il diverbio con il suo allenatore, non è stato convocato per la partita di domenica in Coppa Svizzera, vinta contro lo Sciaffusa. Chieffo ha optato per una strategia diversa: concedere al giocatore un “riposo”, o una pausa di riflessione. Il mister granata, dopo aver spiegato l’episodio, ha confermato che il capitano tornerà ad allenarsi regolarmente con la squadra.
Tre episodi che portano alla ribalta la figura del capitano, che dall’alto del potere affidatogli (solitamente) da allenatore e compagni, fa sentire la sua voce. Spesso anche critica, rivelatrice di un malessere o di una divergenza di opinioni (con l’allenatore, ma non solo) che ha bisogno di essere liberata.
È giusto che il capitano di una squadra possa uscirsene con queste dichiarazioni?
Il dibattito ovviamente è aperto e piuttosto complicato. C’è chi dirà che i panni sporchi si lavano in casa e che sparare a mezzo stampa il proprio disappunto, può rappresentare una sorta di autogol.
E c’è chi invece sosterrà che il ruolo del capitano è appunto quello di assumersi delle responsabilità, anche verso l’esterno, e che una critica, ancorché pubblica, ma fatta con ragion veduta, possa servire da stimolo per tutto l’ambiente.
Ogni caso ovviamente è diverso, ma l’impressione è che la cosa più importante sia il modo di percepire e gestire questo tipo di situazioni. Essere capaci di attutire queste esternazioni e addirittura di trasformarle in uno strumento di crescita, è qualcosa che appartiene alle società che hanno sviluppato al proprio interno una solida trasparenza e una capacità di analisi fuori dal comune.
Aspetti su cui le società devono lavorare ancora molto, così come fanno quotidianamente con l’aspetto fisico o la tattica.