Sta vivendo un cosiddetto
“hype” della sua carriera sportiva: Urs Fischer. Il 57nne allenatore zurighese
ha guidato l'Union Berlin dalla seconda Bundesliga alla Champions League in
pochi anni. A dire il vero, in precedenza aveva già portato a titoli l'FC
Basilea, ma la stima nei suoi confronti rimase... limitata.
L'Union Berlin, detta la
squadra dei lavoratori di Berlino Est, gioca per la prima volta in Champions
League e stasera la prima partita sarà una bella “affiche” contro i
plurititolati del Real Madrid. Nella capitale tedesca tutti sono d’accordo su
una cosa: Fischer è il principale “responsabile” del successo dell’undici di
Köpenick, quartiere a sudest della metropoli. Da quando l’ex giocatore di
Zurigo e San Gallo (545 partite in campionato!) ha assunto la guida dell'Union,
il club è andato di bene in meglio.
Quando Fischer è arrivato
all'Union nell'estate del 2018, il club aveva appena concluso la stagione
all'ottavo posto della seconda Bundesliga. Chi avesse affermato in quel momento
che l'Union avrebbe giocato in Champions League cinque anni dopo, sarebbe stato
sicuramente dichiarato pazzo, dixit il quotidiano Berliner Morgenpost.
Proprio quello che è
successo. Un anno dopo l'arrivo di Fischer (padre zurighese, madre emiliana), i
berlinesi venivano promossi in Bundesliga per la prima volta in 30 anni. Lo
svizzero non solo ha dapprima piazzato l’Union a centro classifica, li ha
portati anche in Europa League dove la scorsa stagione sono stati estromessi
negli ottavi dai belgi della St. Gilloise, una conoscente anche dalle parti di
Cornaredo… Fischer: “E oggi siamo in Champions. Incredibile”.
E ora si è spiccato il volo
per Madrid. "Naturalmente c'è molta attesa", dice Fischer in
un'intervista ai colleghi di 20 Minuten. “In linea di massima, però, ci siamo
preparati esattamente allo stesso modo come prima di ogni altra partita". Fischer è noto per la sua calma ma soprattutto
per la sua umiltà: “Sappiamo da dove veniamo e dunque teniamo i piedi per
terra”.
Oltre ai “merengue”, nel
Gruppo C l'Union affronterà i campioni d'Italia del Napoli e i portoghesi dello
Sporting Braga. "È un girone infernale", dice lo zurighese, designato
allenatore dell’anno della Bundesliga: “Tuttavia, confido che la mia squadra
possa fare bene. Vogliamo dormire sogni tranquilli quest'inverno, o al primo o
al secondo o al terzo posto. Lasciateci lavorare".
A suo tempo, al termine della
stagione 2016/17 Fischer dovette lasciare il Basilea nonostante due titoli e
una coppa svizzera in due stagioni, poiché lo stile di gioco di Fischer non sembrava
abbastanza attraente per i dirigenti renani. "Un calcio attraente è un
calcio di successo. Dopo tutto, nei miei due anni all'FC Basilea abbiamo
stabilito un record di punti e di gol, ma apparentemente non apparve adatto a
tutti", dice oggi Fischer ridendo sulle proprie parole: "Ognuno ha i
suoi gusti. Rimango sempre stupito da quante persone si esprimano e credano
di sapere ". Tolto il sassolino, aggiungeremo che al Sankt-Jakob-Park il
dopo-Fischer è un’unica somma di malintesi.
Se è vero che nel calcio col
passato ti compri poco o nulla, a Berlino – dove l’altra squadra, l’Hertha, si
barcamena in seconda Bundesliga – intanto si sogna. Col nuovo re del calcio
berlinese Fischer, a cominciare, stasera, sul campo del “reame”
madrileño.
(Foto Maffi)