C'è una nuova destinazione per lo
sportivo e appassionato di motori ticinese. In questi giorni è stato aperto a Lugano un museo per ricordare Silvio Moser.
Il pilota ticinese fu il primo a ottenere punti nel Mondiale di Formula 1 (nel 1969), prima di Clay
Regazzoni (nel ’70). E secondo i racconti di una volta, fu proprio Moser a dare
il la alla carriera del futuro ferrarista.
Moser giunse sedicenne in
Ticino con la famiglia: il padre gestiva un negozio di antichità a Vaglio.
Appena ottenuta la patente, iniziò a correre all’inizio della decade degli anni
’60. Già dalle prime uscite, si
capii che Moser aveva un piede "pesante", e nel ‘64 confermò le sue doti vincendo le quattro gare della Temporada Argentina di Formula Junior. Grazie
all’aiuto della Scuderia Martinelli & Sonvico, egli poté accedere ai
diversi campionati continentali di F3 e poi di F2.
I risultati, come tali, non
arrivarono, fors’anche in virtù del fatto che Moser stesso volesse sempre
gestirsi da solo, senza grandi aiuti esterni. Egli voleva un contratto con la Lotus o
niente. Fu così che respinse una richiesta del costruttore italiano Tecno, cui
consigliò di ingaggiare un suo amico, veloce anche lui, di nome Clay Regazzoni.
L’altro fattore determinante
in carriera fu la cronica mancanza di fondi per proseguire. L’industriale
svittese Charles Vögele, che l'aiutò alla conquista di un Campionato Svizzero,
gli permise il debutto in Formula 1 nel 1967 e da qui in poi, Moser corse in F1 sempre da pilota "privato", fino ad arrivare a un
clamoroso quinto posto al Gran Premio d’Olanda del 1969, che gli valse due punti
in classifica.
Assieme a un luganese
espatriato a Novara, Guglielmo Bellasi, nel 1970 Moser si buttò nella
costruzione di una propria monoposto, la Bellasi appunto, che gli permise alcune
apparizioni in campionato senza però grande fortuna. Retrocedette di una categoria,
ripartì in F2 correndo nei prototipi.
Nell’inverno del 1974 compie
delle prove per la scuderia italiana di Martino Finotto su una Brabham che era allora di Carlos Reutemann e, sulla base dei tempi, la medesima gli affida il
programma per quella stagione. Il 25 aprile durante la 1000 km di Monza però
Moser si infortuna seriamente: morirà un mese dopo a Locarno.
Oggi come oggi, in Ticino
alcuni se ne ricordano, ma in pochi sanno delle qualità del “Moserino”, come
veniva chiamato per la sua statura. Ora lo ricorda un piccolo museo che suo
figlio Jim ha installato in città, in via dei Ronchi 8.
Il locale è stato inaugurato
domenica scorsa e proprio per questi giorni (fino a domenica prossima) sono
state indette delle porte aperte dell’”Expo Silvio Moser” ogni pomeriggio dalle
12.30 alle 19.30. Vi si possono ammirare la primissima monoposto di Silvio, una
Lotus di Formula Junior, la Brabham che gli permise di conquistare i due punti
e la costruzione “ticinensis” della Bellasi. Altri dettagli possono essere
consultati su www.silviomoser.ch.