AUTOMOBILISMO
Silvio Moser, l'uomo che "aiutò" il grande Clay
Anche lui adesso ha un museo a Lugano: fino a domenica porte aperte
Pubblicato il 21.09.2023 08:02
di Giorgio Keller

C'è una nuova destinazione per lo sportivo e appassionato di motori ticinese. In questi giorni è stato aperto a Lugano un museo per ricordare Silvio Moser.
Il pilota ticinese fu il primo a ottenere punti nel Mondiale di Formula 1 (nel 1969), prima di Clay Regazzoni (nel ’70). E secondo i racconti di una volta, fu proprio Moser a dare il la alla carriera del futuro ferrarista. 
Moser giunse sedicenne in Ticino con la famiglia: il padre gestiva un negozio di antichità a Vaglio. Appena ottenuta la patente, iniziò a correre all’inizio della decade degli anni ’60. Già dalle prime uscite, si capii che Moser aveva un piede "pesante", e nel ‘64 confermò le sue doti vincendo le quattro gare della Temporada Argentina di Formula Junior. Grazie all’aiuto della Scuderia Martinelli & Sonvico, egli poté accedere ai diversi campionati continentali di F3 e poi di F2.
I risultati, come tali, non arrivarono, fors’anche in virtù del fatto che Moser stesso volesse sempre gestirsi da solo, senza grandi aiuti esterni. Egli voleva un contratto con la Lotus o niente. Fu così che respinse una richiesta del costruttore italiano Tecno, cui consigliò di ingaggiare un suo amico, veloce anche lui, di nome Clay Regazzoni.
L’altro fattore determinante in carriera fu la cronica mancanza di fondi per proseguire. L’industriale svittese Charles Vögele, che l'aiutò alla conquista di un Campionato Svizzero, gli permise il debutto in Formula 1 nel 1967 e da qui in poi, Moser corse in F1 sempre da pilota "privato", fino ad arrivare a un clamoroso quinto posto al Gran Premio d’Olanda del 1969, che gli valse due punti in classifica.
Assieme a un luganese espatriato a Novara, Guglielmo Bellasi, nel 1970 Moser si buttò nella costruzione di una propria monoposto, la Bellasi appunto, che gli permise alcune apparizioni in campionato senza però grande fortuna. Retrocedette di una categoria, ripartì in F2 correndo nei prototipi.
Nell’inverno del 1974 compie delle prove per la scuderia italiana di Martino Finotto su una Brabham che era allora di Carlos Reutemann e, sulla base dei tempi, la medesima gli affida il programma per quella stagione. Il 25 aprile durante la 1000 km di Monza però Moser si infortuna seriamente: morirà un mese dopo a Locarno.
Oggi come oggi, in Ticino alcuni se ne ricordano, ma in pochi sanno delle qualità del “Moserino”, come veniva chiamato per la sua statura. Ora lo ricorda un piccolo museo che suo figlio Jim ha installato in città, in via dei Ronchi 8.
Il locale è stato inaugurato domenica scorsa e proprio per questi giorni (fino a domenica prossima) sono state indette delle porte aperte dell’”Expo Silvio Moser” ogni pomeriggio dalle 12.30 alle 19.30. Vi si possono ammirare la primissima monoposto di Silvio, una Lotus di Formula Junior, la Brabham che gli permise di conquistare i due punti e la costruzione “ticinensis” della Bellasi. Altri dettagli possono essere consultati su www.silviomoser.ch.