Possibile che il ‘caso
Tosetti’, o se preferite il ‘caso Chieffo’ - sia all’origine della disfatta di
venerdì? Il capitano non le ha mandate a
dire a nessuno. Ritiene che probabilmente il suo messaggio “non è ancora
passato”, che “tanti giocatori vengono da fuori e sono (probabilmente)
di passaggio ma che l’ACB è una società gloriosa, che l’anno prossimo
festeggerà i 120 anni di vita” (dunque va aiutata, ndr) e che “dietro a
quanto successo c’è qualcosa da cambiare assolutamente”.
Pensieri che a prima vista sembrano indecifrabili. Afferma di “avere suonato l’allarme perché i suoi compagni sono tutti giovani, sono all’inizio della carriera, mentre ‘il mio’ l’ho dato”.
Ammette infine di essere sempre lui a parlare, è comunque il capitano, ma non vuole fare da “capro espiatorio per tutto quello che stiamo ‘mangiando”; occorre che “ognuno si assuma le proprie responsabilità”. Conclude dicendo: “Si deve andare a vincere a Sciaffusa, non so come ma è necessario”.
Tosetti è un fiume in piena nel rivolgersi a due colleghe che lo intervistano. Chapeau Matteo! Il capitano, orgoglioso di portare la fascia, resta fisso sulle sue idee e su quanto ha dichiarato, ribadendo che non è “il capo espiatorio di niente”. E desidera mettere i puntini sulle ‘i’. È giusto che sia così perché quanto successo ha tutta l’aria di un ‘caso montato a regola d’arte’. Da chi apparentemente non lo sa nemmeno lui.
Matteo, prego:
“Ho visto le ‘mie cose’, ma dovevano stare internamente, invece sono state diffuse. È spiacevole, purtroppo è andata così. Io volevo dare semplicemente una ‘svegliata’ alla squadra”.
Una presa di posizione a fin di bene:
“Sì, e doveva finire lì, dove era già stato regolato tutto: sia con la società che con l’allenatore. Non riesco a capire perché certe notizie corrano… (di bocca in bocca, di riflesso vengono ingigantite, ndr).
Hai inteso fare delle accuse a Chieffo?
“Non ho mai avuto nessun problema con il mister, io l’ho fatto per aiutarlo e per il bene della squadra”.
Ti auguri un suo rientro mercoledì?
“Mi auguro che la squadra si svegli al più presto, se no si mette male”.
A questo punto, visto come stanno le cose, è lecito chiedersi se a prescindere dalla proprietà che sta dando l’anima per l’ACB (e non solo, come ben sappiamo) ci sia qualcuno, a livello di dirigente, in grado di assumersi responsabilità precise. Un ‘uomo forte’ per intenderci.
Pensieri che a prima vista sembrano indecifrabili. Afferma di “avere suonato l’allarme perché i suoi compagni sono tutti giovani, sono all’inizio della carriera, mentre ‘il mio’ l’ho dato”.
Ammette infine di essere sempre lui a parlare, è comunque il capitano, ma non vuole fare da “capro espiatorio per tutto quello che stiamo ‘mangiando”; occorre che “ognuno si assuma le proprie responsabilità”. Conclude dicendo: “Si deve andare a vincere a Sciaffusa, non so come ma è necessario”.
Tosetti è un fiume in piena nel rivolgersi a due colleghe che lo intervistano. Chapeau Matteo! Il capitano, orgoglioso di portare la fascia, resta fisso sulle sue idee e su quanto ha dichiarato, ribadendo che non è “il capo espiatorio di niente”. E desidera mettere i puntini sulle ‘i’. È giusto che sia così perché quanto successo ha tutta l’aria di un ‘caso montato a regola d’arte’. Da chi apparentemente non lo sa nemmeno lui.
Matteo, prego:
“Ho visto le ‘mie cose’, ma dovevano stare internamente, invece sono state diffuse. È spiacevole, purtroppo è andata così. Io volevo dare semplicemente una ‘svegliata’ alla squadra”.
Una presa di posizione a fin di bene:
“Sì, e doveva finire lì, dove era già stato regolato tutto: sia con la società che con l’allenatore. Non riesco a capire perché certe notizie corrano… (di bocca in bocca, di riflesso vengono ingigantite, ndr).
Hai inteso fare delle accuse a Chieffo?
“Non ho mai avuto nessun problema con il mister, io l’ho fatto per aiutarlo e per il bene della squadra”.
Ti auguri un suo rientro mercoledì?
“Mi auguro che la squadra si svegli al più presto, se no si mette male”.
A questo punto, visto come stanno le cose, è lecito chiedersi se a prescindere dalla proprietà che sta dando l’anima per l’ACB (e non solo, come ben sappiamo) ci sia qualcuno, a livello di dirigente, in grado di assumersi responsabilità precise. Un ‘uomo forte’ per intenderci.