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Allegri è un intruso, la terza maglia del Milan, Sarri e la bellezza
Pubblicato il 24.09.2023 06:35
di Angelo Lungo
La Juve cade male a Sassuolo e subisce una sconfitta rocambolesca. Ci sono delle attenuanti: alcuni errori clamorosi commessi dai giocatori; un episodio arbitrale controverso. Ma il mondo bianconero ha un grande problema che non ha voluto o potuto risolvere, per questioni economiche, e che rischia di compromettere la stagione: Allegri. Gli addetti ai lavori non hanno dubbi: Madama ha una rosa competitiva, completa ed è una favorita per lo scudetto. Quest'anno rispetto alle concorrenti ha un vantaggio essenziale: non disputa le coppe, può preparare le partite senza sorbirsi lo stress psico-fisico delle competizioni internazionali. Cosa manca ai piemontesi? Il gioco. Un progetto tattico definito. Allegri è prigioniero di sé stesso e delle sue convinzioni. Veicola la semplicità come schema. È convinto che si possa vincere con la forza. Punta sul blasone e sulla storia. Ma gli avversari non si fanno intimorire. Tra l'allenatore e la squadra non c'è nessuna scintilla, tutto è ordinato, i comportamenti sono prescritti in maniera scontata. E i tifosi non lo sopportano, lo considerano un intruso, il sostituto è pronto, è lì che aspetta, è Antonio Conte, se il cuore spinge forte non lo si può fermare.
La tradizione è smontata. Il passato è diventato oblio. Il vento del cambiamento soffia impetuoso e possente. Siete illusi, voi che vi opponete ai cambiamenti. Siete retrivi, accovacciati su cumuli di pastoie. La terza maglia del Milan è un successo. Il design ha colto nel segno. È una combinazione di colori e non vacillate: ha dietro un pensiero, intende celebrare l'inclusività e la diversità. E i giovani e la platea internazionale hanno apprezzato. I numeri sono incontrovertibili, sono chiari: le vendite della novella casacca quasi raggiungono quelle della prima divisa. Mai successo. E si registrano acquisti negli Stati Uniti, in Francia e in Germania. Quindi esimi puristi: deponete le vostre ancestrali convinzioni e apritevi alla modernità anche per voi c'è posto.
Sarri va protetto. È un personaggio che si distingue nell'asfittico calcio italiano. È un ambizioso: vuole vincere non escludendo l'estetica. Lui è un giochista, Allegri è un risultatista. Ma il momento dei suoi è delicato, fa finta di essersi trasformato in un realista: “Ogni squadra ha certe caratteristiche, incaponirsi solo sulla bellezza sarebbe un suicidio”. Ora è il tempo di ricercare un ordine, consapevole che contro la realtà non ci si può scontrare. Tuttavia confessa: “Se dovessi scegliere io farei sempre una squadra spettacolare”. E questo deve valere.