Va
detto: a Berna si può perdere e il Lugano, nella capitale, contro lo
Young Boys, non vince dai tempi di Paolo Tramezzani. Considerati i
prodromi, appariva difficile che, proprio in questa occasione, i
ticinesi rompessero il digiuno. Però, quattro gol presi, dei quali
tre nei primi 45', sono tanti. E si aggiungono ai sei incassati (tre
per ciascuno) da Zurigo e Lucerna, che stanno volando in classifica.
Due compagini che non hanno impegni europei, si dirà. Ci può stare,
era una situazione che si sarebbe potuta verificare, come detto da
Mattia Croci Torti in tempi non sospetti: però, altri, sempre prima
di entrare nel periodo caldo della stagione, lamentavano l'assenza di
terzini d'esperienza nella retroguardia bianconera. Ora, non sarà
colpa delle competizioni internazionali, ma quello che emerge oggettivamente è,
appunto, il numero di reti al passivo: 14, contando anche le
competizioni UEFA, in 11 gare disputate, delle quali 2 di Coppa
contro squadre di categoria inferiore. Troppe, decisamente. A fine
partita, il tecnico momò ha indicato proprio negli errori
individuali da parte della retroguardia la causa principale della
pesante sconfitta di oggi, maturata dopo una partenza tutto sommato
discreta da parte dei suoi. La sfida si è poi decisa sulle fasce, da
dove i bernesi hanno fatto partire tutti i traversoni che hanno
portato alle loro segnature nella prima frazione, le quali hanno
indirizzato in modo decisivo la gara. Poi, certo, nei sedici metri i
bianconeri si sono fatti anticipare, sono scivolati e, perlomeno in
occasione del secondo gol, Saipi è rimasto tra i pali mentre, con
una lettura differente, sarebbe dovuto uscire: tuttavia, di queste
incertezze nel gesto tecnico sopra descritto da parte dell'estremo
difensore dei bianconeri, abbiamo già scritto in altre occasioni.
Bello anche il quarto gol di Lustenberger (sul quale nessun
bianconero, però, è uscito con decisione dall'area per chiudere),
anche se, rivedendolo da altra angolazione, forse un altro portiere
si sarebbe buttato prima: ma è anche vero che l'ex Sciaffusa aveva
la visuale occlusa dalla grande densità di giocatori in area.
Dopodiché, ci sarà qualcuno che la penserà diversamente, come
giusto. Il resto sono state le difficoltà, per esempio, di Bislimi,
sovrastato fisicamente e atleticamente dal centrocampo avversario: ma
sarebbe ingiusto gettare la croce solo su di lui, visto che ci riesce
veramente difficile, oggi, trovare un bianconero al quale assegnare
almeno un 4. Il resto è una differenza tra le due rose evidente,
della quale aveva già detto il Crus tempo fa in una conferenza
stampa, sollecitato proprio da noi, dopo alcune affermazioni di
qualche giorno prima fatte da Livio Bordoli. La politica societaria
la conosciamo, ed è stata nuovamente ribadita dall'allenatore
bianconero ai microfoni della RSI a fine gara. Il problema, come
sempre, è l'equilibrio tra giovani e giocatori d'esperienza.
Dopodiché, non sappiamo se sarebbe andata diversamente con in campo
il Fabio Daprelà di turno, o un altro elemento di pari anzianità di
gioco a questi livelli: però, come ha detto l'allenatore, a fine
gara, nel sottolineare che diversi dei suoi stanno giocando per le
prime volte "con
i grandi",
andranno trovati dei correttivi, per raddrizzare la situazione. Le
sconfitte, ormai, iniziano a essere tante, e la classifica ne soffre.
In definitiva, è ancora presto per fare i conti: però, il
campanello d'allarme sta suonando, e con una certa insistenza.
Abbiamo anche notato che, per la prima volta, il Crus, che si è
sempre assunto in prima persona le responsabilità del risultato,
questa volta ha voluto condividerle con tutti: il che significa
giocatori in campo e, probabilmente, società. Ma potrebbe essere
stato un lapsus dovuto all'adrenalina del post gara, e quindi tutto
va preso con le pinze. Ora il calendario va un pochino in discesa: ma
contro Losanna in casa mercoledì sera e Winterthur in trasferta
sabato serviranno due prestazioni di spessore. Il rischio, in caso
contrario, è perdere il contatto in classifica con i primi posti, ed
entrare in una crisi di risultati dagli esiti imprevedibili. Perché,
come sappiamo, mantenere l'ambiente sereno perdendo le partite è
difficile. Soprattutto, tenendo conto di quelle che erano le
aspettative di quest'estate, in riva al Ceresio.
Calcio
Lugano, troppi errori individuali
I numeri lo dimostrano: la difesa dei bianconeri non è convincente