Per farci spiegare la decisione di
ridurre da 11 a 9 i giocatori in campo per squadra a partire da Euro
2021 abbiamo raggiunto al telefono il portavoce dell’Uefa Aurelio
Fisher.
Ci può spiegare i perché di questa
decisione improvvisa?
“Si capisce benissimo anche senza
spiegazione”.
No che non si capisce…
“Senta, non sono qui a perdere tempo
con uno pseudo-giornalista di un giornale morto come l’Eco dello
Sport”.
Mi perdoni: l’Eco dello Sport è
ritornato in vita online…
“Ma chi se importa delle scelte
editoriali in un paese del Sud del mondo!”
Anche noi siamo a nord di qualcun
altro. Potrebbe rispondere alla domanda, visto che ci considera poco
e quindi pensa che siamo tutti scemi?
“Che noia… Perché così bastano
meno giocatori in caso di emergenza-Covid. Si ricordi che aumenteremo
le rose per ogni selezione da 23 a 28 giocatori. Due squadre
complete, riserve comprese. Così siamo al riparo da annullamenti di
partite e rinvii”.
Non sono un controsenso tutte queste
misure di sicurezza se poi vorrete il pubblico alle partite?
“Il pubblico non gioca. Se ci fossero
dei contagiati tra gli spettatori, sostituirli non è un problema, ce
ne sono a miliardi. E poi mi lasci dire: se vogliamo mantenere la
social distance è chiaro che in 9 al posto di 11 è più facile”.
Se funzionasse, l’esperimento
potrebbe essere applicato anche ai campionati nazionali e alle altre
competizioni europee per club?
“Certamente. Ora però mi pare di
aver spiegato fin troppo anche per un pubblico limitato come il
vostro dell’Eco”.
Ringraziamo il signor Fisher per
l’amabile cortesia e mentre stiamo per riappendere ci urla:
“È la fine anche del fuorigioco, non
la trasmissione, ma la regola. Squadre più lunghe e meno contatti
ravvicinati. Ora vado a ritirare il Nobel”.
Noi invece vi salutiamo e andiamo a
tirare pallonate alla porta del garage. Da soli.