Calcio
Vogel manda il Basilea alle ortiche
Il d. s. licenzia Schultz, va in panchina e fa disastri
Pubblicato il 02.10.2023 09:41
di Giorgio Genetelli
Il ragionamento è perfino facile. Dunque, Heiko Vogel è il direttore sportivo che già aveva chiuso il campionato scorso come allenatore a interim del Basilea; in estate Vogel, tornato solo d.s., aveva scelto il nuovo allenatore dopo casting che nemmeno nessuno: Timo Schultz, ex-St.Pauli, con l’idea di un lavoro a lungo termine; poi (gli) ha venduto tutti i giocatori più forti (vedi elenco) e comperato giovanotti di qua e di là (altro elenco), molti di loro forse perfino ignari di dove fosse Basilea. Reparto vendite, elenco: Amdouni, Zeqiri, Pelmard, Diouf, Ndoye, Burger, Millar, Calafiori, Males. Reparto acquisti, elenco breve: Barry (ieri caduto da solo prima di tirare), Barisic, Gauto, Veiga, Jovanovic, Malone, Demir, Schmidt, Van Breemen, Sigua. Questi sono quelli che hanno giocato domenica, poi ce n’è un’altra decina che scalpita piano, forse alla Schützenmatte. Una rosa di più di trenta giocatori. 17 milioni di attivo nelle casse del club, bene. Poi comincia il nuovo campionato e in sette partite la squadra conquista (wow) 5 punti e si impianta all’ultimo posto, oltre ad essere subito scacciata dall’Europa. Quindi Heiko Vogel, spalleggiato dal presidente Degen, fa la cosa più futile e prevedibile: licenzia il “suo” allenatore Schultz mettendo fine alla definizione “lungo termine” (tutto è relativo, dai) e poi re-installa sé stesso sulla panchina, tornando al doppio ruolo in stile Stevenson. Indi, al debutto, Vogel annuncia: “Compattezza difensiva, intensità. Vogliamo restare a zero”, e si capisce che intenda i gol da subire. Poi invece si fa sotterrare in casa dalla debuttante Stade Lausanne-Ouchy, club che costa dieci volte meno e che gli rifila tre gol e un pomeriggio da tragedia, come dice il nostro Zubi. Resta a zero sì il Basilea, ma di gol e di punti. In questa partita, Vogel ne commette di tutti i colori, sbagliando formazione iniziale e peggiorandola con i cambi, oltre a stizzirsi con il terzo e con il quarto, mentre l’esigente pubblico del San Giacomo è perfino educato nell’amara protesta (vedi foto, vedi invito a “jetzt, fertig schlafen”). Ma che Vogel lo sappia: sul tram ho visto una bambina con la maglia di Ndoye che piangeva a più non posso e la mamma con la faccia di chi non ha regali per Natale, e Natale è lontano, e in vista ci sono solo le ortiche. Da regalare a Vogel o da buttarci lui prima che ci finisca tutto il Basel. Fine del ragionamento.