Il
ragionamento è perfino facile. Dunque, Heiko Vogel è il direttore
sportivo che già aveva chiuso il campionato scorso come allenatore a
interim del Basilea; in estate Vogel, tornato solo d.s., aveva scelto
il nuovo allenatore dopo casting che nemmeno nessuno: Timo Schultz,
ex-St.Pauli, con l’idea di un lavoro a lungo termine; poi (gli) ha
venduto tutti i giocatori più forti (vedi elenco) e comperato
giovanotti di qua e di là (altro elenco), molti di loro forse
perfino ignari di dove fosse Basilea. Reparto
vendite, elenco: Amdouni, Zeqiri, Pelmard, Diouf, Ndoye, Burger,
Millar, Calafiori, Males. Reparto acquisti, elenco breve: Barry (ieri
caduto da solo prima di tirare), Barisic, Gauto, Veiga, Jovanovic,
Malone, Demir, Schmidt, Van Breemen, Sigua. Questi sono quelli che
hanno giocato domenica, poi ce n’è un’altra decina che scalpita
piano, forse alla Schützenmatte.
Una rosa di più di trenta giocatori. 17 milioni di attivo nelle
casse del club, bene. Poi comincia il nuovo campionato e in sette
partite la squadra conquista (wow) 5 punti e si impianta all’ultimo
posto, oltre ad essere subito scacciata dall’Europa. Quindi Heiko
Vogel, spalleggiato dal presidente Degen, fa la cosa più futile e
prevedibile: licenzia il “suo” allenatore Schultz mettendo fine
alla definizione “lungo termine” (tutto è relativo, dai) e poi
re-installa sé stesso sulla panchina, tornando al doppio ruolo in
stile Stevenson. Indi, al debutto, Vogel annuncia: “Compattezza
difensiva, intensità. Vogliamo restare a zero”, e si capisce che
intenda i gol da subire. Poi invece si fa sotterrare in casa dalla debuttante
Stade Lausanne-Ouchy, club che costa dieci volte meno e che gli
rifila tre gol e un pomeriggio da tragedia, come dice il nostro Zubi.
Resta a zero sì il Basilea, ma di gol e di punti. In questa partita,
Vogel ne commette di tutti i colori, sbagliando formazione iniziale e
peggiorandola con i cambi, oltre a stizzirsi con il terzo e con il
quarto, mentre l’esigente pubblico
del San Giacomo è perfino educato nell’amara protesta (vedi foto,
vedi invito a “jetzt, fertig schlafen”). Ma che Vogel lo sappia:
sul tram ho visto una bambina con la maglia di Ndoye che piangeva a
più non posso e la mamma con la faccia di chi non ha regali per
Natale, e Natale
è lontano, e in vista ci sono solo le ortiche. Da regalare a Vogel
o da buttarci lui prima che ci finisca tutto il Basel. Fine del
ragionamento.
Calcio
Vogel manda il Basilea alle ortiche
Il d. s. licenzia Schultz, va in panchina e fa disastri