IL LUGANOLOGO
Possibile che l'Ambrì sia più forte del Lugano?
I biancoblù sono sesti, hanno segnato di più e subìto meno dei bianconeri
Pubblicato il 06.10.2023 07:38
di Doriano Baserga
Nove partite e nove punti: dodicesimo posto in classifica.
Chi l’avrebbe mai detto? Noi, onestamente, no.
Le premesse erano diverse e non eravamo soltanto noi a dirlo.
Con il roster che, almeno sulla carta, il Lugano aveva allestito, ci si attendeva un altro tipo di partenza.
Joly, Ruotsalainen e La Leggia, dovrebbero essere superiori a Bennett, Kaski e Joseph, senza contare che eravamo sicuri che elementi come Arcobello, Granlund, Koskinen e Carr, avrebbero alzato il loro livello rispetto al passato.
E cosa dire dell’entusiasmo che tracimava dopo la preparazione estiva, in cui il Lugano aveva fatto vedere buone cose? Niente a che vedere con quello triste e poco sereno di un anno fa, quando il rapporto tra McSorley e la squadra era visibilmente complicato, per usare un eufemismo.
E allora, cosa sta succedendo? La verità è che nessuno, o quasi, ci sta capendo nulla. A sentire Gianinazzi, nemmeno lui ha individuato la radice del problema. Ahinoi.
Una sconfitta come quella di martedì, in casa, contro un Rapperswil che non è certo quello degli ultimi anni, deve indurre a una profonda riflessione. E poi ovviamente, a uno scossone.
I tifosi sono stanchi, al limite del logoramento e i fischi arrivati a fine partita sono purtroppo comprensibili. Una prestazione del genere è difficilmente accettabile.
Com'è difficile accettare come una difesa (ma il problema ovviamente è di tutta la squadra) del genere, possa aver incassato finora la bellezza di 33 reti, come il Langnau. La peggiore del campionato! E non è che davanti alla porta avversaria le cose vadano benissimo: 22 gol realizzati sono pochini, se paragonati con i 31 dell’Ambrì Piotta, che tra l’altro ha subìto anche sei gol in meno.
Possibile che l’Ambrì abbia giocatori più forti del Lugano? Mah.
Da qualsiasi parte lo si guardi, questo inizio di stagione è stato a dir poco fallimentare.
E adesso cosa si fa? Gianinazzi dovrà forse ripensare il suo modo di intendere l’hockey e trovare un sistema che esalti maggiormente i suoi giocatori? Sarebbe strano, anche perché sembravano tutti felici e contenti di questo gioco più propositivo, lontano dalle idee arrugginite (si diceva) di McSorley. Possibile che dopo un solo mese sia già tutto da buttare?
Tutte domande che dovranno trovare al più presto una risposta, già a partire da questa sera, quando alla Cornèr Arena arriverà il Ginevra. Domani poi si andrà a Davos, per un weekend sulla carta complicato che non lascia però scampo alla squadra. Bisogna scuotersi.
Domenica sarà l’8 ottobre, e un anno fa, esattamente in quella data, McSorley fu cacciato. E sembrava lui l’unico problema di questo Lugano…
(Foto Putzu)