Tra la maestà der Coloseo e la santità der Cupolone, i
ragazzi del Servette in gita hanno magnato er mejo. Sarà loro venuto in mente
il Foro, inteso come voragine lasciata alla Roma del tribuno Mourinho – era in
tribuna squalificato a guardarsi gli anelli e il telefonino. Forse hanno visto
anche le famose buche e allora giù a scavarne in difesa. Non si può dire nulla:
ce l’hanno messa tutta. E nel vedere il primo quarto d’ora della ripresa e i
tre gol degli altri è probabile che nella pausa si siano fatti anche una
carbonara, tanto erano appesantiti. Che sce voi fa’? Roma è un’occasione unica
nella vita di un calciatore, ma soprattutto è una grande opportunità stile
Erasmus per un ragazzo tra i venti e i trenta. Mica voi anda’ allà solo per
gioca’ a pallone? Poi ricordiamoci che a Ginevra sono anche un po’ protestanti,
rigidini, e una botta di dolce vita nella patria dei papisti non può che far
bene per il prosieguo delle giovani vite. Le partite di calcio in fondo
finiscono nelle banali statistiche e tra non molto nessuno si ricorderà di
questa Europa League agli albori stagionali. Ma la gitarella sui colli per una
porchetta e un frascati in compagnia lascia il segno nella memoria, altro che.
È andata così bene la trasferta che oltre alle quattro pere i ragazzi del
Servette hanno ricevuto un Diploma di Immaturità, che per un giovane può pure
essere motivo d’orgoglio, se anela a qualche impeto ribelle che per ora non c’è.
Grazie Roma, hanno cantato nel viaggio di ritorno.
(Nota dell’autore - Almeno si fossero divertiti così. E invece no: si sono preparati seriamente, fedeli a riposo e alimentazione.)
(Nota dell’autore - Almeno si fossero divertiti così. E invece no: si sono preparati seriamente, fedeli a riposo e alimentazione.)